La Milano del futuro si vede nelle culle: «Ogni cento bambini nati in città, 21 sono stranieri. Il doppio della media nazionale» racconta Graziella Favaro, pedagogista del Centro Come. Lo spiega commentando i dati dellultimo rapporto della Caritas sullimmigrazione, presentato ieri mattina in contemporanea nelle principali città italiane. I numeri, per Milano e per la Lombardia, sono imponenti: la nostra è la prima regione italiana per presenza di immigrati (sono 711mila, quasi un quarto del totale nazionale), Milano è la seconda città dopo Roma. «In dieci anni, i permessi di soggiorno rilasciati in Italia sono triplicati, quadruplicati in Lombardia» ricorda Meri Salati del centro studi Caritas, che ha curato la parte lombarda del dossier. In un anno, gli stranieri in provincia di Milano sono aumentati di 26mila unità, gli abitanti di Sondrio.
La ricerca conta, oltre agli iscritti allanagrafe, anche i minori che per ragioni burocratiche spesso sfuggono alle statistiche. Il loro numero aumenta costantemente, oggi sono quasi 60mila in provincia. «Li possiamo considerare immigrati di seconda generazione, per questo con aspettative più alte dei loro genitori - ricorda don Roberto Davanzo, direttore della Caritas Ambrosiana -. Il tempo dell'emergenza è finito, ora ci sono famiglie che chiedono servizi, si deve fare integrazione. Alle scuole, visti i tanti giovani, toccherà il grosso del lavoro».
Milano si differenzia dal resto della regione per le provenienze. «In Lombardia, la nazionalità più forte è quella marocchina, la zona più rappresentata è invece lEuropa centrale e dellest - riprende Meri Salati-. In città, invece, ci sono in prevalenza asiatici e il gruppo nazionale più numeroso è quello dei filippini, seguiti da egiziani, peruviani, cinesi ed equadoriani». Nellultimo anno, il balzo in avanti più vistoso è però quello degli ucraini (+41 per cento), grazie allarrivo di molte donne.
Da qui la distribuzione tra gruppi religiosi. In Lombardia, gli immigrati cristiani - cattolici, protestanti, ortodossi insieme - sono la maggioranza (44 per cento), seguono i musulmani (37 per cento). «Ci sono tanti luoghi comuni da sfatare, come la paura tribale dei musulmani che arrivano a rubare le nostre donne - sorride Maurizio Ambrosini, docente di Sociologia alla Statale-. Se guardiano ai matrimoni misti, quasi sempre è luomo italiano a sposare una donna straniera, a volte attraverso agenzie specializzate...».
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