Cultura e Spettacoli

Transfer, l'inedito progetto di Tony Cragg in mostra a Firenze

Al Museo Novecento a Firenze fino al 15 gennaio 2023 c'è Tony Cragg. Transfer, a cura di Sergio Risaliti e Stefania Rispoli

Transfer, l'inedito progetto di Tony Cragg in mostra a Firenze

Al Museo Novecento a Firenze fino al 15 gennaio 2023 c'è TONY CRAGG. Transfer, a cura di Sergio Risaliti e Stefania Rispoli.

La grande monografica di uno dei maggiori esponenti della scultura internazionale presenta una selezione di opere del maestro inglese, conosciuto soprattutto per aver contribuito ad un rinnovamento del linguaggio plastico grazie all’introduzione di nuovi materiali e nuove tecniche, tra le più sperimentali e innovative del nostro tempo.

Il progetto, assolutamente inedito, è volto a presentare non solo le opere ma anche il processo creativo dell’artista. Un’ esperienza speciale per avvicinare il visitatore alla contemplazione e alla lettura di un mondo di forme originali che amplificano percezioni e immaginazioni tra mondo naturale e invenzione artificiale, tra organico e tecnologico. Una possibilità di approfondimento del lavoro di un maestro che ha aperto nuove e inedite possibilità di espressione all’arte e una coraggiosa sperimentazione di materiali, tecnologie e fonti di ispirazione che hanno influenzato generazioni di artisti dagli anni Settanta a oggi.

Ai lavori dislocati tra il piano terra e il primo piano del Museo Novecento si affiancano per la prima volta tre sculture monumentali esposte nel chiostro del museo e una nel Cortile degli Uomini dell’Istituto degli Innocenti che dialogano con l’architettura dei luoghi concepiti nel Rinascimento come ambienti dedicati al ritiro e alla meditazione. Ancora una volta, si rinnova la collaborazione tra il Museo Novecento e una delle più antiche istituzioni cittadine, all’insegna della contaminazione tra antico e contemporaneo, tra passato e presente dell’arte.

La mostra Transfer è un omaggio alla scultura, quella magnifica ossessione che accompagna Cragg fin dagli esordi. Anzi Tutta la sua ricerca artistica può essere letta come un omaggio alle infinite possibilità della forma e a quell’illimitata varietà di soluzioni che solo l’arte, insieme alla natura, può evocare.

I suoi primi lavori, risalenti alla fine degli anni Settanta – epoca del Minimalismo, dell’Arte concettuale, della Land Art e dell’Arte Povera – nascono dall’assemblaggio di oggetti comuni (come utensili, mobili, piccoli manufatti e materiali di scarto) e risentono della tradizione del ready made duchampiano e dell’object trouvè surrealista.

Successivamente studi filosofici e ricerche scientifiche iniziano ad influenzare la sua pratica portandolo a sperimentare con i materiali (dal bronzo alle resine, dall’acciaio alla plastica, al gesso, al legno, al vetro, dagli oggetti domestici a quelli industriali, da quelli organici a quelli sintetici) e a creare sculture che combinano ancora oggi la maestria artigianale alla tecnologia, avvalendosi spesso della robotica.

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