Dopo 200 anni a Waterloo Napoleone combatte ancora

Come ogni anno intorno al 18 giugno si tiene la rievocazione storica: così l'Imperatore si prende la sua rivincita

Dopo 200 anni a Waterloo Napoleone combatte ancora

Sono passati duecento anni da quando sul campo di Waterloo, a pochi km da Bruxelles, Napoleone ha affrontato gli inglesi di Wellington e i prussiani di Blucher nella sua ultima e più famosa battaglia. Duecento anni da quella carica di cavalleria che a La Haye Sainte fece tremare la terra, dalla resistenza indomita dei “quadrati” britannici e dal grido: «La Garde recule!» che spezzò definitivamente l'animo dei francesi e segnò la disfatta dell'Imperatore. E oggi Napoleone è tornato a prendersi la rivincita.

In realtà ritorna tutti gli anni in occasione della rievocazione storica che qui si tiene verso il 18 giugno, giorno più giorno meno a seconda che il tempo che fa. E ogni volta l'Imperatore ha un volto diverso, il volto di chi ha il grande onore di vestirne i panni, anche per una sola battaglia. Quest'anno è toccato a Frank Samson, un...della..., che non ha dubbi: «A Ligny (lo scontro che precedete quello di Waterloo) abbiamo vinto e siamo riusciti a separare gli inglesi dai prussiani, ora non resta che annientarli singolarmente. Tutto sta andando come avevo previsto!»

E quest'anno, in occasione del bicentenario, davvero potrebbe andare così: 6mila figuranti provenienti da ogni parte d'Europa, un pubblico numeroso composto da migliaia di curiosi e appassionati (tanto che ormai è impossibile trovare i biglietti per assistere alla rievocazione) e un'organizzazione impressionante su cui il Belgio ha fortemente puntato. Nelle memorie dell'Imperatore c'è spazio anche per una nota di malinconia, per l'Italia e per i soldati volontari che hanno marciato sino a qui: «Certo che penso all'Italia, io sono un po' italiano e poi è un paese che mi ricorda gli anni delle mie prime vittorie. Gli italiani sono ottimi soldati, molto valorosi».

E il loro valore lo dimostrano sul campo, tanto che in una manifestazione come questa, dove a farla da padrone sono i francesi e inglesi, un italiano, Andrea Puleo, è riuscito a conquistarsi un ruolo di alto comando nelle gerarchie dell'esercito napoleonico. A Waterloo impersonerà il generale Lobau alla testa dei 350 uomini del fianco destro francese nel tentativo di respingere i ripetuti attacchi dell'avanguardia prussiana a Placenoit. «Partecipare alle rievocazioni storiche non è solo passione, è anche un impegno che comporta fatica e sacrifici. Non si diventa generali per caso, ma si viene riconosciuti come tali, una battaglia dopo l'altra. Io ci sono arrivato col tempo: ho imparato a cavalcare, so parlare il francese e la truppa si fida del mio comando».

Sacrifici identici che, per una volta, accomunano ufficiali e soldati semplici. Michal Drzewiecki e i ragazzi del 2° Rgt. Lancieri della Polonia Bianca hanno affrontato un lungo e costoso viaggio per arrivare fino a qui insieme ai loro cavalli. Sono un gruppo folto che da anni si addestra insieme e in passato il governo polacco li ha spesso finanziati perché portassero sui campi di battaglia d'Europa le tradizioni militari del loro paese. Doveva essere così anche questa volta, ma non lo è stato e probabilmente toccherà a loro coprire tutte le spese.

Ma la cosa non li demoralizza: sono onorati di partecipare a questa rievocazione e preferiscono passare la notte sotto il cielo stellato cantando le canzoni dei loro mitici antenati. «Perché il passato è l'unica cosa certa, il resto non si sa!», in attesa che arrivi il giorno della battaglia e che tutto sia ancora più incerto.

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