Morto Pietro Golia, pioniere del revisionismo sull'Unità d'Italia

Il giornalista ed editore è scomparso a Napoli. La battaglia per la verità storica sul Risorgimento e il riscatto del Sud dal foclorismo incapacitante

Morto Pietro Golia, pioniere del revisionismo sull'Unità d'Italia

L’editoria è a lutto: è morto a Napoli Pietro Golia, editore e animatore culturale di Controcorrente. Tra i pionieri del revisionismo storico sull’Unità d’Italia e del patriottismo meridionale, bacchettò sempre – però – gli eccessi “folkloristici” e le “pigrizie intellettuali dei nostalgici inchiodati all’archeologia storica e ai miti incapacitanti”.

Golia aveva 67 anni. Giornalista e studioso, nel 1994 fondò il circolo e le edizioni di Controcorrente. Lo sforzo culturale e storico era quello di riequilibrare la lettura del Risorgimento. Il Regno di Napoli non era uno staterello dove vigevano le peggiori usanze medievali e si promuoveva ignoranza e disvalori. Era, quello sullo Stato dei Borbone prima dello sbarco dei Mille, un dibattito da riaprire e che partiva da lontano, dai tempi della rivista “L’Alfiere” curata con Silvio Vitale e Angelo Manna, due dei personaggi forse tra i più importanti della destra napoletana e meridionale degli ultimi decenni del secolo passato. Uno sforzo culturale che non si limitò a guardare le cose dal punto di vista di un distopico revanscismo fuori tempo massimo. Tutt’altro.

In catalogo, infatti, Controcorrente proponeva autori del calibro di Solzenicyn e di de Benoist, propugnatori di temi importanti, eretici e in larghissimo anticipo sui tempi.

Golia aveva in mente un’altra visione politica, autenticamente patriottica, che non si poteva fermare solo ed esclusivamente alla revisione storica. In tempi non sospetti s’era fatto precursore di visioni che, oggi, rappresentano alcuni dei temi più scottanti del dibattito pubblico. Tra questi, la contrapposizione tra popoli ed élites tecno-finanziarie e la deriva geopolitica verso un nuovo multipolarismo internazionale, la nuova battaglia per le risorse, prima tra tutte quelle alimentari.

Si batté per il Mezzogiorno e per un nuovo modo di intendere le comunità e la politica chiedendo che una volta e per tutte si deponessero le armi spuntate del piagnisteo e del vittimismo.

Sebbene punto di riferimento per la destra, rifiutò ogni offerta di candidatura preferendo mantenere la sua lotta sul piano culturale e civico. Oggi i funerali, nella chiesa di San Ferdinando a Napoli.

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