Cultura e Spettacoli

«Il bacio» di Rodin e l'arte preistorica si possono mettere sullo stesso piano?

A nche una grande operazione editoriale, fatta con tutti i crismi, da specialisti della divulgazione al livello più alto, non è immune da critiche e polemiche. L'esempio ce l'abbiamo davanti, è un librone di 700 pagine intitolato La storia del mondo in 100 oggetti, curato dal direttore del British Museum Neil Mac Gregor (Adelphi). Copertina rigida, splendide fotografie, testi accurati ma «amichevoli» verso il lettore. Il libro vuole raccontare la civiltà umana, attraverso tutte le epoche e tutte le latitudini, descrivendo 100 reperti conservati nel museo britannico.
L'impostazione è originalissima. Ad esempio, tra gli oggetti non troviamo il computer, né l'automobile, piuttosto manufatti collocabili al crocevia di correnti economiche, sociali, culturali. «Cose» in grado di rivelare più fenomeni: una carta di credito islamica è l'occasione per raccontare un pezzo di storia economica di oggi, ma anche certe caratteristiche del mondo arabo. Il mosaico di Hinton St Mary, nel Dorset (300 d.C.) mostra l'«invenzione» del volto di Cristo, il crepuscolo dell'imperialismo romano in Inghilterra, il modo di vita degli aristocratici dell'epoca. Una panoramica sulla storia della sessualità si ritrova seguendo le didascalie degli amanti di Ain Sakrhri (Betlemme, 9000 a.C) e anche della Coppa Warren (Gerusalemme, 5-15 d.C.), calice romano in argento sbalzato che riporta una scena omoerotica.
Ma, e qui veniamo alle polemiche di cui accennavamo, anche il più felice esperimento divulgativo non è mai del tutto innocente. Le «cose», gli «oggetti», da soli non parlano. Già sceglierli e presentarli presuppone un'interpretazione della civiltà. E quella che propone MacGregor, proprio nel suo «ecumenismo», nell'attenzione per le civiltà primitive, le rivendicazioni anticoloniali, finisce per appiattire alcune differenze. Come notava il saggista Roger Sandall nella sua recensione sulla rivista New Criterion, leggendo questo libro si può arrivare a pensare che la statuetta degli amanti preistorici sia una rappresentazione dell'eros equivalente ai baci di Rodin o Brancusi.

Insomma, l'atmosfera vagamente politically correct sembra aver preso piede anche nella più importante istituzione culturale britannica. E il segno più evidente di questo fenomeno sarebbe proprio il 101esimo oggetto della raccolta. Questo bellissimo libro, appunto.

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