Quando nel 1942 Franklin Delano Roosevelt convocò a Washington lo scrittore John Steinbeck sapeva che quella che stava per affidargli era una missione speciale. Il presidente americano spedì Steinbeck assieme al generale Henry H. Arnold e al reporter John Swope a visitare le basi aeree dell'Army Air Force dislocate fra il Texas, la Louisiana, la California, l'Illinois e la Florida. I tre avrebbero assistito alle mansioni quotidiane dei soldati e alle loro giornate-tipo che, come racconta lo studioso James H. Meredith, per alcune settimane erano così scandite: «sveglia alle 05.00 di mattina, inizio del corso di preparazione per l'equipaggio di volo, volo in cabina con i piloti e a fine giornata bevuta con il resto della squadra nei locali country e nelle roadhouses».
Steinbeck dovette rapidamente diventare un esperto di tutto quanto riguardava la vita degli aviatori reclutati nelle squadre dei B-17, perché Roosevelt gli aveva affidato un compito particolare: avrebbe dovuto spiegare a tutti gli americani come si svolgeva la vita degli uomini destinati a difendere il loro Paese bombardando gli obbiettivi nemici. Il presidente sapeva che soltanto chi aveva raccontato alla nazione come sopravvivere durante la Grande Depressione degli anni Trenta in romanzi come Furore e Uomini e topi poteva impugnare la penna e dire perché bisognava avere il coraggio di affrontare i nemici a bordo di un cacciabombardiere. Steinbeck compose così nel 1942 il libro patriottico e propagandistico Missione compiuta, oggi per la prima volta edito in Italia da Bompiani con l'evocativo sottotitolo di Storia della squadra di un bombardiere durante la Seconda Guerra Mondiale e arricchito da un repertorio di immagini che ci mostrano com'era l'aviazione americana dell'epoca.
Come spiega lo stesso Steinbeck, il titolo originale era Bombs away perché «Via le bombe» «è il grido dell'armiere quando le grosse bombe rotolano giù dal vano e piombano verso il nemico. Nel muso trasparente del velivolo, l'armiere impugna il microfono e il suo grido Bombs away arriva alle orecchie di ogni membro dell'equipaggio. Questo significa che la missione è compiuta, significa che è ora di tornarsene a casa. Un giorno quel grido risuonerà sopra un nemico in rotta, e allora sarà arrivato il momento di tornarsene a casa una volta per tutte». Missione compiuta si rivelò estremamente efficace e funzionale allo scopo per cui era stato progettato, ma fino a oggi non è stato particolarmente apprezzato né dalla critica letteraria, né dagli scrittori. Ernest Hemingway una volta dichiarò polemicamente che avrebbe «preferito perdere tre dita di una mano piuttosto che aver scritto un libro del genere».
Ma, come spiega acutamente Meredith nell'introduzione dell'edizione italiana del volume, quell'opera venne «scritta appositamente in una lingua semplice, per piacere alle madri e ai padri da un capo all'altro del paese, nella tradizione tracciata da Walt Whitman durante la Guerra civile ed è un contributo alla letteratura americana perché esprime in modo persuasivo, con immediatezza quasi mitopoietica, la vitale rigenerazione democratica degli Stati Uniti di fronte a un reale e grave pericolo».
Steinbeck stesso dedicò il volume «a tutti gli uomini che hanno affrontato il duro e severo addestramento per diventare membri di un equipaggio di bombardiere e che sono partiti per difendere il nostro paese. Questo libro è dedicato, ma non rivolto a loro, poiché per loro ormai sarebbe una lettura superflua. Questo libro è rivolto agli uomini che seguiranno il loro esempio e ai loro genitori, alla gente rimasta a casa. In nessuna delle pagine che leggerete si sostiene che far parte di questi equipaggi sia facile. È molto difficile. Ma al potenziale navigatore o mitragliere, marconista o capo equipaggio, può essere utile sapere che cosa lo aspetta quando farà domanda per entrare nell'Air Force, l'aviazione militare americana». Suddiviso in sette capitoli, il volume dipinge anzitutto la forza di impatto che poteva avere durante la guerra una vera e propria «Fortezza Volante» come il B-17 e descrive anche i vari metodi di addestramento ai quali si doveva sottoporre ciascun membro dell'equipaggio di un bombardiere.
«Se fosse toccato a noi scegliere il tipo di guerra da combattere - spiega Steinbeck - non avremmo potuto trovarne una più adatta al nostro spirito nazionale. Perché questa è una guerra di trasporti, di macchinari, di produzione di massa, di flessibilità e inventiva, e in ciascuno di questi campi noi siamo stati pionieri se non addirittura inventori».
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