Carlo Fruttero e i Modà «esodano» la Fornero

Carlo Fruttero e i Modà «esodano» la Fornero

Donna Fornero ha aperto il Salone, con l’eleganza istituzionale che Le è propria. Inizia dicendo che «non è il Salone della crisi». E che la cultura è fondamentale, è ricchezza, investimento... Rolando Picchioni, un minuto dopo, chiede più finanziamenti per il suo Salone. Alemanno, da Roma, chiede più soldi per il suo festival del Cinema. E in tarda mattinata l’Amaci, l’Associazione dei Musei d’Arte Contemporanea Italiani, chiede a Napolitano e al governo maggiore attenzione, anche economica, verso l’arte contemporanea. L’hanno tutti subito presa in parola.
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Verrà? Non verrà? Dice che non viene perché poi fa la sorpresa, oppure dice che viene e tiene tutti sulla corda ma poi sta a casa... Il divo più atteso non è Roberto Saviano (che comunque una comparsata, domenica, la farà, con l’amico Fazio). Né Del Piero, che a Torino è di casa. Ma Beppe Grillo. Non si sa bene a fare cosa. Di certo a contestare. Dall’antipolitica all’(anti)cultura.
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Dati audience della prima giornata del Salone. I due eventi più affollati sono stati la performance dei Modà (ressa, posti contingentati, zuffe, intervento di poliziotti in assetto anti-guerriglia) e l’omaggio a Carlo Fruttero (strapiena la gigantesca Sala Gialla, che era semideserta per il discorso inaugurale della Fornero). Non male, per il Salone del Libro. Le superstar sono un cantante e un morto. A proposito, Carlotta Fruttero ha fatto vedere, a sorpresa, le pagelle, inedite, di papà: Italiano 7, Matematica 4, Disegno 5, Cultura generale 6, Cultura militare 7.
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Si apre il Salone, inizia la maratona delle presentazioni. Faticosissima. Non per i lettori, che al massimo ne seguono un paio, ma per gli autori, scrittori e/o giornalisti (ma anche politici), che corrono da una parte all’altra del Lingotto a presentare libri propri o altrui, a moderate, introdurre, dialogare. Gli stachanovisti sono: Bruno Gambarotta (8), Mario Calabresi (6 presenze), Piero Fassino (6), Michela Murgia (5), Elena Loewenthal (5), Gustavo Zagrebelsky (4), Concita De Gregorio (4), Marcello Fois (4), Paolo Giordano (4), Massimo Gramellini (4), Paola Mastrocola (4), Gianni Riotta e Beppe Severgnini (3). Primatista assoluto, Andrea Bajani: 11 presenze da giovedì mattina a lunedì pomeriggio. Il primo a entrare, l’ultimo a uscire.


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Gira voce che al Salone torni ad aggirarsi il mitico Manuele Madalon, lo scrittore fantasma che scrive libri inesistenti e ringrazia tutti gli intellettuali-vip presenti al Lingotto per le loro recensioni, che non hanno mai scritto. Si dice che il nuovo libro lo presenterà pubblicamente.
LMas

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