IL CASO Dal Museo Getty di Los Angeles un progetto per catalogare le opere razziate dai nazisti

Fra il 1930 e il 1945 i nazisti razziarono migliaia di opere d'arte e oggetti di pregio in tutta Europa. In oltre mezzo secolo di pace, dopo la fine della seconda guerra, si sono fatti molti tentativi per restituire ai legittimi proprietari quelle ricchezze. Ma ora l'istituto di ricerca del Museo Getty di Los Angeles ha lanciato in grande stile un progetto in tal senso. La base dell'indagine sono le vendite all'asta (ufficiali e non) che si organizzarono in Germania per finanziare il regime di Hitler. Materiale di ricerca vastissimo, dunque, essendo oltre 250mila i dati delle vendite provenienti dai cataloghi d'asta tedeschi. Il progetto di ricerca è stato fortemente voluto e sostenuto dal National Endowment for the Humanities e dal Deutsche Forschungsgemeinschaft, due istituti pubblici e statali.

Si rafforza dunque l'asse Stati Uniti-Germania che già vede la collaborazione tra la Fondazione Volkswagen, l'Istituto di ricerca del Getty e l'Università di Amburgo che hanno in programma due workshop e conferenze (23 al 26 settembre prossimi a Los Angeles e dal 6 al 9 ottobre 2014) per approfondire la questione. La passione di Hitler (acquarellista per diletto) per l'arte lo aveva portato a progettare un museo a Linz, in Austria, dove collocare i pezzi razziati. Il museo non è mai stato realizzato.

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