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Un castello crociato sul mare: la base segreta di Israele

Il Castello Pellegrino è uno dei luoghi più affascinanti e inaccessibili di Israele. Costruito e controllato dai templari, oggi è la base dello Shayetet 13

Un castello crociato sul mare: la base segreta di Israele

La rocca di Atlit è uno dei posti più affascinanti e segreti di Israele. Incastonato tra il mare del Levante e le rocce e le macchia mediterranea della terra a sud di Haifa, il castello crociato è oggi un luogo inaccessibile, che accende la curiosità e i sogni di tutti coloro che trovano sbarrata la strada.

Solo pochi eletti possono accedere alla roccaforte, e sono gli uomini dello Shayetet 13, gli incursori della Marina israeliana. I commando dello Stato ebraico hanno scelto questo castello come base per il loro addestramento. E da quel momento, a parte rarissimi casi di archeologi e alti funzionari di Stato, l'accesso è stato precluso a chiunque voglia provare a visitare Château Pèlerin, il Castello Pellegrino. Un luogo avvolto nella storia e ora nel mistero: perché da quando gli incursori hanno preso possesso della roccaforte nessuno è stato più in grado di sapere nulla di quel luogo così ricco di storia e di mito.

I racconti dei pochi fortunati che vi sono stati o per concessione del governo o poco prima della chiusura parlano di di mura solidissime di pietra, antichi saloni, reperti incredibili: tutte vestigia del passato glorioso di un castello che è rimasto a difendere la Terra Santa per più di 80 anni. Gli studiosi lo considerano il castello crociato meglio conservato nel mondo, grazie soprattutto al fatto che non è mai caduto in mano nemica. Controllato dai cavalieri templari, il castello di Atlit non è mai stato conquistato, nonostante gli assedi che più volte hanno messo a dura prova le sue mura. E questo ha permesso a portali, saloni e torri di non essere abbattuti. Il castello Pellegrino fu abbandonato solo nel 1291, quando cadde San Giovanni d'Acri, e con essa il regno di Gerusalemme. I templari rimasti a difendere Atlit evacuarono via mare senza farvi più ritorno. E del loro passaggio su quella penisola restano le rovine delle mura e delle torri alti più di trenta metri e un cimitero che ricorda i cavalieri del Tempio morti in quel luogo.

Secoli dopo il suo abbandono, di quella storia non rimane che il mito, raccontato da quei pochi che hanno visitato Atlit, qualche foto rubata dalle spiagge vicino e da alcuni elicotteri che hanno sorvolato la zona. Unendo queste testimonianze alle cronache dell'epoca è possibile solo immaginare cosa sia celato dentro quelle mura che per secoli hanno osservato il mare dalla Terra Santa. E oggi che ai templari si sono sostituiti gli incursori israeliani dello Shayetet 13, nessuno può sapere se ci sarà mai modo di scoprire i segreti del castello. I commando israeliani non ammettono intrusi e non amano gli ospiti, il loro è un mestiere che in larga parte deve rimanere segreto ed è impossibile avvicinarsi troppo a un luogo dove gli "uomni rana" dello Stato ebraico si addestrano o passano anche giorni di vacanza. In tanti ne chiedono l'apertura e la fine di questo stato di segretezza. Associazioni culturali, civiche ma anche ex militari hanno chiesto e continuano a sperare che prima o poi Atlit venga aperta al pubblico, restituendo al mondo un luogo che non ha eguali.

In attesa di quel giorno, il mondo potrà solo guardarlo da lontano.

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