Siamo circondati da così tanti oggetti e prodotti che ne abbiamo perso il senso e il significato. Già nel 1957 Roland Barthes li catalogava in un inventario di cultura popolare: Miti doggi. Ma quali sono gli «oggetti mito», i feticci (o quasi) del mondo contemporaneo? Compila una nuova lista Jérôme Garcin, che ha suddiviso il compito tra 57 esperti. Nuovi miti doggi. Da Barthes alla Smart (Isbn, pagg. 171, euro 15, trad. Maria Cristina Maiocchi) racconta, tra gli altri, il suv, il cellulare, il sushi e liPod (ma ormai siamo alliPhone...). Oggetti necessari o status symbol che minacciano la centralità umanistica delluomo?
Sono 129 le voci raccolte da Maurizio Ferraris in Il tunnel delle multe. Ontologia degli oggetti quotidiani (Einaudi, pagg. 274, euro 12,50). Il tunnel in cui si è infilato lautore è quello della mutazione antropologica, del paradosso di rimanere umani alle prese con aggeggi sovrumani come autovelox, bancomat, blackberry. Eppure, oggetti che avremmo creduto di durata indefinita, come la televisione, sono destinati a trasformarsi in qualcosaltro. E altri, dati per spacciati, si moltiplicano. Non sè mai usata così tanta carta come dopo la diffusione dei testi elettronici.
Ne Il tramezzino del dinosauro. Cento oggetti, comportamenti e manie della vita quotidiana (Guanda, pagg.
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