il commento 2 Come rovinare un classico? Riscrivendolo

È la letteratura ridotta a un piatto culinario buono per una trasmissione di Benedetta Parodi, a un sugo. Con la scusa di raccontare i classici ai bambini, perché ci sono libri per grandi e libri per piccini, solo che oggi i libri per grandi sono più elementari dei libri per piccini. Insomma non bastava la Divina Commedia benignizzata da Benigni, né Baricco che ti raccontava i libri letti da lui negli ultimi vent'anni, molto diseducativo perché se gli sono serviti a diventare Baricco meglio non leggerli. Ora Repubblica ti allega i grandi romanzi riscritti dai «grandi scrittori», ripescando tra l'altro una collana della Scuola Holden, ideata sempre da Baricco perché Baricco esce dalla porta e rientra dalla finestra di Repubblica ogni sei mesi. Una volta se ne andò a Fandango, ma purtroppo ci stette poco. In ogni caso chi sono questi grandi scrittori? I soliti noti: Umberto Eco, Melania Mazzucco, Stefano Benni, Andrea Camilleri e ovviamente il medesimo Baricco. I quali “grandi scrittori” ti raccontano «il sugo della storia»: Eco I Promessi Sposi, la Mazzucco Re Lear, Baricco Don Giovanni e così via, e viene la pelle d'oca solo a pensarci. Shakespeare e Manzoni non si rivolteranno nella tomba solo perché i morti sono morti e nelle tombe ci sono solo le ossa e forse neppure quelle, ma la collana si chiama pure Save The Story, secondo loro un modo di salvare la letteratura, mentre la letteratura andrebbe salvata da questi tromboni zombi almeno tagliandogli le falangi. Altro che Save The Story, Save The Children dalla pedofilia narrativa: un bambino che legga «il sugo» de I promessi sposi raccontato da Umberto Eco penserà che è una cagata e rischierà di non leggerlo più. Anche perché i bambini sono abituati a storie ben più complesse, basta guardare i cartoni della Pixar o perfino quelli per neonati, come il bellissimo e surreale In the night garden della BBC. Un bambino sano e mediamente intelligente il sugo di Eco te lo tira dietro, e se non te lo tira dietro c'è da preoccuparsi, portatelo dal dottore. Invece delle due l'una, o forse entrambe: l'operazione è concepita per gli adulti, gli stessi che conoscono Dante perché glielo ha raccontato Benigni.

Oppure per allevare futuri lettori, dietro il paravento dell'alibi pedagogico: «Sono tutte storie adatte ai bambini dai cinque ai dodici anni di età: lingua semplice, periodi brevi, ritmo veloce». Perfetto, così poi quando crescono sono già pronti per libri di Baricco e della Mazzucco senza accorgersi della differenza.

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