«Questo è un episodio cruciale nella storia di Harry Bosch. Parla di Harry e di sua figlia. Questa volta, Bosch è colpito nel profondo dell’anima e il mio romanzo esplora il lato più vulnerabile del mio detective». Così Michael Connelly presenta Il respiro del drago (Piemme, pagg. 354, euro 19,90; da domani in libreria) il 1quattordicesimo della serie dedicata al poliziotto Harry Bosch di cui proponiamo in questa pagina l’incipit. «Feci comparire per la prima volta Harry Bosch all’inizio degli anni Novanta - spiega Connelly - ed era un momento molto particolare: Los Angeles era in piena rivolta e le cose stavano davvero sfuggendo di mano. Si respirava un’atmosfera malata. Era come se il mondo stesse andando a catafascio. E così mi tornò alla memoria questo pittore che avevo studiato all’università, Hieronymus Bosch. Tutti i suoi quadri rappresentavano un mondo in via di disfacimento, il caos, il peccato. Ecco come saltò fuori il nome di Bosch».
Fin dal romanzo La memoria del topo del 1992 i lettori scoprono che il detective Harry Bosch è sopravvissuto a tanti inferni personali: il Vietnam, l’alcool, la sospensione dal servizio come poliziotto, la pensione. E ne Il respiro del drago il coriaceo Harry è costretto a sprofondare nella palude criminale di una città come Hong Kong per recuperare la figlia Madeline di 13 anni.
Un’indagine che risulterà pericolosa fin dalle prime battute.Per festeggiare la pubblicazione de Il respiro del drago e i vent’anni di Harry Bosch lo scrittore Michael Connelly sarà a Roma il 19 giugno alla Basilica di Massenzio per il Festival «Letterature».
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