«C rollano i nostri sogni ad occhi aperti»: solo cinque settimane dopo che i norvegesi di Amundsen li avevano preceduti Robert Scott e i suoi quattro compagni piantarono la bandiera inglese al centro del continente antartico. Sono passati 102 anni da quella che è forse la più famosa missione polare, narrata egregiamente da Filippo Tuena nel romanzo L'ultimo parallelo (Il Saggiatore), ridato alle stampe lo scorso anno e scritto dopo le ricerche allo Scott Polar Research Institute, accanto alle bacheche dove sono conservati il sacco a pelo di Oates, i ramponi di Evans, il diario di Bowers, il taccuino di Wilson. «Sarà un ritorno pesante», previde Scott. Sarà fatale. Per tornare in Antartide a 40 sotto zero, senza cibo, senza combustibile, nella bufera di neve che li fermò per sempre a 11 miglia dalla vita, ci sono I diari del Polo di Robert Scott (Carte Scoperte) e Scott in Antartide (Nutrimenti), il volume fotografico con gli scatti della spedizione ad opera di Herbert Ponting, che documenta il viaggio della Terra Nova attraverso iceberg e tempeste, ma anche la vita quotidiana degli esploratori, dal rammendo dei sacchi a pelo all'accudimento degli animali alle osservazioni delle stelle e dei microorganismi.
E per chi volesse ripercorrere il sentiero tra i ghiacci del mare di Weddell in cui rimase imprigionata la spedizione Endurance di Sir Ernest Shackleton e le 800 miglia di traversata per cercare soccorsi, ci sono gli scatti di Frank Hurley in Shackleton in Antartide (sempre Nutrimenti).- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.