Cultura e Spettacoli

Dimenticate Twilight, ora i vampiri cercano il Sacro Graal

L'impero del vampiro è il titolo del romanzo con cui Jay Kristoff cerca di far tornare i vampiri nella loro dimensione mostruosa, riscrivendo anche alcuni dogmi della religione cristiana

Dimenticate Twilight, ora i vampiri cercano il Sacro Graal

Con L'impero del vampiro lo scrittore australiano Jay Kristoff si è assunto il compito - e forse la sfida - di restituire al vampiro la sua dimensione orrorifica, trasportandolo di nuovo nell'epoca in cui i "succhiasangue" erano dei mostri che minacciavano l'esistenza umana. Negli ultimi anni, infatti, la figura del vampiro ha subito una sorta di mistificazione a causa della saga di Twilight che ha svestito il mostro reso celebre da Bram Stoker della sua natura tenebrosa, rendendolo un adolescente in preda agli ormoni, la cui principale caratteristica è quella di brillare al sole. Jay Kristoff, invece, sembra ispirarsi soprattutto ad Anne Rice, l'autrice delle famose Cronache dei Vampiri, saga letteraria di cui Intervista col vampiro rappresenta il capostipite.

La trama de L'impero del vampiro

L'impero del vampiro - edito da Oscar Vault e tradotto da Gabriele Giorgi - è ambientato in un mondo immaginario, di stampo medievale, in cui il sole si è nascosto dietro una fitta nebbia che ha portato l'oscurità su tutta la terra. Un evento, questo, chiamato Sine die - senza giorno - che ha permesso ai vampiri di uscire allo scoperto e di sterminare buona parte dell'umanità. La difesa della Terra è in mano a un giovane mezzosangue, Gabriel, che si unisce alla compagnia dei Santi d'Argento. Uomini che sotto la guida di una fede inossidabile,affrontano i non-morti, cercando di resistere all'annientamento.

La riscrittura della fede cattolica e le (troppe) somiglianze

Uno degli aspetti più interessanti dell'ultimo romanzo di Jay Kristoff è la riscrittura che fa della religione cristiana e, più in particolare, di quella cattolica. Lo scrittore, infatti, costruisce una mitologia che ha alcuni simboli e alcuni dogmi della religione cristiana. Una mitologia che è guidata da un Redentore che è morto, appeso alla Ruota, tradito dai suoi discepoli. Si tratta di richiami che guardano anche troppo apertamente alla figura di Gesù Cristo. Non manca nemmeno la figura femminile associabile a Maria Maddalena, una donna che assiste al martirio dell'uomo, al punto da raccoglierne persino il sangue. Infatti L'impero del vampiro affronta anche il tema del Santo Graal, la leggendaria coppa usata da Gesù durante l'Ultima Cena e nella quale il sangue del Messia venne raccolto da Giuseppe D'Arimatea dopo la tortura della croce. Ed è proprio nel recupero del mito del Sacro Graal che si mostra uno dei difetti maggiore del libro di Jay Kristoff. Nel trattare questo tema, infatti, l'autore pesca a piene mani da quello che aveva già fatto Dan Brown ne Il codice da Vinci. L'autore australiano scrive dunque una storia davvero troppo simile a quella portata sul grande schermo da Ron Howard: una storia in cui il Sacro Graal non è affatto una coppa, ma il sangue reale del Redentore portato in grembo da una donna che si scopre essere la moglie del Messia e la madre della sua discendenza.

In effetti, a uno sguardo ben attento, L'impero del vampiro pecca un po' troppo di poca originalità. Il libro - che conta circa settecento pagine - è pieno di richiami, di cose già viste, che non vengono reinventate, ma quasi prese alla lettera e riproposte nelle pagine del romanzo. Se il mondo dei vampiri è omaggiato con richiami a Intervista col vampiro e 30 giorni di buio, Jay Kristoff crea un mondo violento e pieno di sangue che guarda ad altri classici del genere fantastico come The Witcher e Il nome del vento. Nello scambio tra Gabriel e il vampiro a cui racconta la sua vita ci sono frasi e dialoghi che sono molto simili ad alcuni visti in Philadelphia, il film con Denzel Washinton e Tom Hanks. Non mancano nemmeno omaggi all'età romantica della letteratura inglese: in particolare c'è una scena che sembra uscita dalle pagine di Cime tempestose, il capolavoro di Emily Bronte. Questo fa sì che l'esperienza di lettura sia molto spesso disturbata da questi richiami fin troppo evidenti, che mettono in dubbio la credibilità del mondo inventato da Jay Kristoff, che spesso finisce con l'apparire come un'accozzaglia di elementi.

Sebbene la scrittura sia davvero ottima, la struttura de L'impero del vampiro appare altalenante: ci sono dei picchi di una poeticità struggente e altri in cui la violenza è grafica in modo credibile e, a suo modo, affascinante. A questo, però, vengono controbilanciati dei momenti non proprio ispirati, con scene di gusto discutibile, con battute che semprerebbero antiquate anche in un film adolescenziale degli anni '90.

Il ritmo è comunque abbastanza incalzante e questo fa sì che L'impero del vampiro risulti comunque una lettura di buon intrattenimento.

L'impero del vampiro

Commenti