E le figlie abbandonate dalla madre raccontano...

Molto si è scritto sulle solitudini delle madri e sulla depressione post partum che fa sprofondare vite apparentemente normali nel gorgo del disamore, della rabbia, talvolta della tragedia che finisce in cronaca. Poco, pochissimo, si è scritto sulle solitudini delle loro figlie, quando sopravvivono. E di quel punto di rottura, indelebile nella memoria per chi l'ha vissuto, che obbliga l'amore materno, il primo vero grande amore della vita, a restare per sempre incompiuto.
Stefania Rossotti, inviato speciale di Grazia, narra in punta di penna l'indicibile: ciò che accade a una donna che non è stata amata dalla propria madre. Non ci sono dati statistici nel suo Che fine ha fatto il tuo cuore (Mondadori, pagg. 86, euro 15.50): a poco servirebbero. Ogni storia parla per sé. Non ci sono cognomi e pochi sono anche i nomi di battesimo nelle pagine: un pronome fisso, «io», lega invece tra loro queste vicende, e basta e avanza a far accapponare la pelle. Stefania Rossotti scatta dieci istantanee su un amore materno capace di essere viscerale, nella sua ferocia, se non riesce a realizzarsi.
Come quando tua madre «ammorbidisce la crudeltà immergendola nell'indifferenza», ti fa a pezzi con insulti taglienti e poi ti chiede di passarle il sale. Come quando non vuole essere toccata o accarezzata da te nemmeno se è malata terminale in ospedale. Perché, da sempre, ha una vita sua, che include mille incombenze e preoccupazioni (compresa quella per il lavoro del vicino di casa) ma sua figlia no, quella proprio non è inclusa. Capita quando tua madre, femminista della prima ora, ti cresce a pane e bugie su come funzionano bene le coppie aperte e poi, annega, da sola, in quelle menzogne, sputandoti in faccia la sua rabbia, quasi invidia, per la tua famiglia modello Mulino Bianco. O quando non ha saputo reggere la vita e si è uccisa, lasciandoti con un rimpianto che solo l'esperienza della maternità e lunghi anni di psicoterapia potranno sedare.


Ci sono i malanni del corpo (Alzheimer, cancro) e quelli dell'anima (fobie, ossessioni) a separare le madri dalle figlie che Stefania Rossotti ha incontrato per narrarci, in un reportage intimo e struggente, gli infiniti spazi che sa percorrere il cuore delle donne. Quello delle figlie, cui la condivisione diventa balsamo utile a una via nuova e tutta diversa alla maternità, e quello delle madri, che almeno nella pagina scritta, forse, ritrovano la pace.

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