Ecco il catalogo delle donne di Fogazzaro

Ecco il catalogo delle donne di Fogazzaro

Per nessun dei nostri narratori più fortunati (e maggiori) si son chiarite subito come per Antonio Fogazzaro le connessioni fra la vita e l’arte o, per dir meglio, fra i personaggi dei suoi romanzi e le persone in carne e ossa che li hanno ispirati. E se dal Corrado Silla di Malombra (1881) al Daniele Cortis dell’omonimo romanzo (’85), e ancora nei successivi, il protagonista maschile rispecchia il Fogazzaro medesimo, più fruttuosa (e piccante) è risultata l’indagine nell’area dei personaggi femminili. Sul fondamento biografico lo scrittore edificava costruzioni più ampie e libere, ma non al punto da occultare il debito che l’invenzione letteraria contraeva coll’esperienza vissuta. Estranei al giro meschino del pettegolezzo, ci sono studî eccellenti sul legame tra Felicitas Buchner (istitutrice in casa Fogazzaro ma rimasta a lungo nell’orbita di lui) e la Elena che nel Cortis convince Daniele dell’immortalità di un amore fra due anime che resistono agli impulsi del sangue. Così, la sventurata eroina del (fallito) romanzo del 1888, Il mistero del Poeta, Violet Yves, si modella su una giovane artista americana, Ellen Starbuck, conosciuta dal narratore in vacanza in Val d’Intelvi.
A tali inchieste sui travasi della vita in libro i carteggi offrono abbondante materia. La «Collana Fogazzaro», che Fabio Finotti dirige per i Quaderni dell’Accademia Olimpica, aggiunge ora quello intercorso dal 1887 al 1909 fra il romanziere e Yole Biaggini Moschini (curato da Viviana Bertoldo e Piero Luxardo). Dall’avvenente Yole nasce Jeanne Dessalle, la protagonista di Piccolo mondo moderno, edito in volume nel 1901. Romanzo di progetti e di idee, come altri fogazzariani, ma drammatico nel perseguire un equilibrio fra le sollecitazioni dei sensi e il richiamo dei doveri familiari (al Fogazzaro premeva restare buon marito e padre). Separata da un ignobile consorte, Jeanne è fonte di tentazione a Piero Maironi, quasi sciolto anche lui da vincoli matrimoniali per la malattia mentale della giovane moglie. La vicenda è nota: Maironi si ritirerà in un monastero, diventando quel Santo a cui s’intitola il romanzo del 1905.
Quel che il carteggio Fogazzaro-Moschini ci documenta è un approccio che ha per tema primario - e galeotto - la fede. Lo scrittore crede intensamente; Yole no, ha solo una sua «metafisica» alquanto vaga. Di ciò continuano a discutere, ma si capisce che le prediche di lui non servono. Il vocabolo «amore» comincia a imprimersi su queste carte, sebbene il Fogazzaro (che ha 23 anni più di Yole: ottimamente maritata) non ecceda mai sul piano della sensualità. Da segnalare, fra i tanti motivi, la gelosia che Yole nutre per la Buchner, mai sparita dall’orizzonte di Antonio. Un gruppo di lettere conservate da un ramo secondario della famiglia di Yole, ci dice qualcosa di più su questo amore che - in Fogazzaro - fatica a frenarsi. Più che una, Yole sembra una devota.

E che lo scrittore le parli a lungo del romanzo di lei in corso d’opera, esponendole il disegno complessivo, le difficoltà strutturali e offrendogliene in anteprima qualche brano, questo doveva lusingarla parecchio. L’ambiguità - letterariamente una ricchezza - di Jeanne Dessalle è anche l’ambiguità, la schermaglia fra il coperto e l’esplicito, della signora Biaggini Moschini.

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