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Emergenze planetarie Quelle false aggravano quelle vere

Emergenze planetarie Quelle false aggravano quelle vere

Rischiamo di andare incontro a un disastro ambientale di proporzioni planetarie. Disastro di cui si parla poco, che consiste nello spendere miliardi nella illusione di risolvere problemi legati alle emergenze planetarie che emergenze non sono. Purtroppo la cultura del nostro tempo detta moderna è in realtà pre-aristotelica. Ecco perché l'opinione pubblica mondiale è terrorizzata dall'anidride carbonica e dall'effetto serra - essenziali per la nostra vita ma indicate dalla cultura dominante come gravissime emergenze planetarie. Che emergenze però non sono. Esattamente come emergenza planetaria non era il famoso «buco dell'ozono»; e fu proprio la comunità scientifica della WFS (diecimila scienziati di 115 nazioni) a studiarne le radici (chimiche e dinamiche) proponendo un progetto che trovò nella parte chimica la soluzione. Se vivessimo l'era della Scienza, le grandi conquiste scientifiche sarebbero patrimonio di tutti e la cultura si sarebbe battuta al fine di dare vita a un potere politico in grado di affrontare e risolvere le vere emergenze planetarie, che sono ben altre.
È necessario costruire una grande alleanza tra scienza e politica. Alleanza che deve avere come unico obiettivo la difesa della qualità della vita su tutto il pianeta. Ecco perché centodieci scienziati di quaranta Nazioni sono da oggi a Erice per la 45ª sessione dei Seminari internazionali sulle emergenze planetarie, dedicata al ruolo che deve avere la scienza nel Terzo Millennio. Questo ruolo sarà determinante per affrontare e risolvere le poco note emergenze planetarie che l'umanità ha ereditato dalla violenza politica (ed economica) esplosa nel Ventesimo secolo. Violenza che ha stravolto i destini del mondo lasciandoci in eredità le emergenze planetarie che la comunità scientifica della WFS ha studiato, realizzando cento progetti-pilota in cinquanta Paesi relativi ad acqua, suolo, cibo, energia e ad altre reali calamità. Noi scienziati però possiamo solo proporre soluzioni. La realizzazione dei progetti ha bisogno del potere politico. C'è infatti un enorme salto tra il costo di un progetto-pilota e i fondi necessari alla sua effettiva realizzazione. Per illustrare la differenza tra progetto-pilota e progetto effettivo, ecco l'esempio di un progetto-pilota che abbiamo fatto in Cina negli anni '90: il Sistema di previsione e gestione delle inondazioni del Basso Fiume Giallo, volto a risolvere gli enormi problemi creati dalle inondazioni nel bacino del Fiume Giallo che ogni anno causavano migliaia di vittime. Il costo del progetto pilota è stato 3,4 milioni di dollari. I risultati hanno permesso alle autorità cinesi di intraprendere con successo l'attuazione del progetto completo con l'aiuto della Banca Mondiale che ha stanziato un miliardo di dollari.
I risultati ottenuti dalla WFS sono l'unica prova, per tutti i governi del mondo, della possibilità di affrontare (e risolvere) i problemi a una sola condizione: che ci sia una ferma volontà politica. Ecco le radici del progetto elaborato dalla WFS per un Centro di Studi e Ricerche. È proprio nello spirito di una grande alleanza tra scienza e politica che interverranno il presidente della Repubblica Ceca, Václav Klaus - eroico esponente della «Velvet Revolution» di Praga -, il ministro Anna Maria Cancellieri e il segretario generale della Presidenza della Repubblica Donato Marra.

Questa sessione dedicata al ruolo della Scienza è sotto l'Alto Patronato del presidente della Repubblica e sotto gli auspici delle istituzioni Universitarie e dei laboratori delle 40 Nazioni da cui provengono i partecipanti ai lavori le cui sessioni plenarie avranno inizio oggi.
*Presidente WFS
(World Federation of Scientists),
Beijing-Geneva-Moscow-New York

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