Cultura e Spettacoli

Fornasetti, finalmente una mostra esportabile

Modello vincente a Milano. La rassegna sul designer? Le istituzioni la snobbavano ma ora va all'estero

La mostra Piero Fornasetti. 100 anni di follia pratica dedicata al talentuoso artista e lussuoso designer milanese, nato appunto cent'anni fa, è, anche secondo molti addetti ai lavori, la più bella aperta in questo periodo a Milano (alla Triennale, fino al 6 febbraio), e forse una delle migliori passate negli ultimi anni in città. Geniale, in un tempo in cui mancano idee. Originale, in un contesto che tende a riciclare. Ricca e ambiziosa, in un momento in cui tutti piangono crisi e miseria. L'arte di Piero Fornasetti, attraverso le centinaia di oggetti esposti - arredi, tessuti, paraventi, lampade... - è assoluta, moderna, ardita, italiana. L'allestimento è sontuoso. Il percorso stupisce. Il target è internazionale (e infatti qui ci sono più francesi, russi, giapponesi che milanesi). E la sensazione che lascia al visitatore di casa è l'orgoglio di essere figli dell'eleganza italiana. È una mostra, per quello che vale un aggettivo del genere oggi, «bella», da tutti i punti di vista.

E infatti, come tutte le cose belle e lussuose, piace. Aperta da circa tre settimane, è una delle poche in attivo in città: stacca 250 biglietti al giorno, oltre i 2200 nel weekend. In qualche modo un record. Ciò naturalmente fa piacere. Ma fa ancora più piacere sapere che, a differenza della quasi totalità delle esposizioni milanesi, tutte di «importazione», cioè acquistate già pronte dai grandi musei stranieri, è una mostra di «esportazione». Un prodotto made in Milan (oltre che in Italy) che girerà il mondo. Tolti gli altri casi di design portato in giro per il mondo dalla Triennale, quante altre volte, negli ultimi anni, è successo che una mostra fosse pensata, prodotta e realizzata a Milano e poi venduta all'estero? Speriamo sia di esempio.

Ideata e curata da Barnaba Fornasetti, figlio di Piero, e fortemente voluta dal direttore del Museo del design della Triennale, Silvana Annicchiarico, dopo che per anni era stata proposta senza esiti al Comune di Milano («Sgarbi era interessato, poi lui lasciò l'assessorato. Boeri invece so che mise un veto, e non ho mai capito perché...», dice Barnaba Fornasetti al Giornale), la mostra è la celebrazione di una fortissima identità milanese nello stesso tempo riconosciuta nel mondo (come tutti i grandi italiani, Fornasetti è più famoso all'estero che da noi), insomma perfetta per l'Expo. Intanto, Fornasetti figlio e la direttrice Annicchiarico stanno lavorando per organizzare le future possibili tappe della mostra: da Mosca all'Oriente, in primis Cina e Corea, e poi Stati Uniti e soprattutto Sud America, a partire dal Cile.

Paesi dove Fornasetti è un brand di successo.

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