Cultura e Spettacoli

La cantante in fuga da Kiev: "Il futuro dell'Ucraina è in Europa"

Violeta, giovane cantante lirica fuggita da Kiev, potrà continuare la sua carriera in Italia grazie ad una delle borse di studio della Opera for Peace Academy: "La guerra? È stata la fine di tutti i sogni, pensi solo a come restare vivo"

La cantante in fuga da Kiev: "Il futuro dell'Ucraina è in Europa"

La vita di Violeta Samon è cambiata per sempre la mattina del 24 febbraio. La sua routine fatta di concerti, studio, esibizioni è stata spezzata all’alba dal fragore delle esplosioni. Quando ha acceso la televisione nella sua casa di Kiev quasi non credeva alle immagini trasmesse dai notiziari. E invece nel giro di pochi giorni ha dovuto familiarizzare con i sacchi di sabbia, i cavalli di Frisia, i carri armati, il frastuono degli elicotteri e il rumore dei missili. Diversi sono caduti proprio a poche centinaia di metri da casa sua. "Per me la guerra è stata la fine di tutto: sogni, idee, speranze", ci racconta nei giardini della Luiss, l’università romana che ha ospitato la presentazione della Opera for Peace Academy, l’accademia della lirica dedicata alla pace e alla giustizia sociale in Europa, promossa dalla Banca Europea per gli Investimenti in collaborazione con lo stesso ateneo, il Teatro dell’Opera di Roma, l’Accademia Internazionale di Musica e Arte e Opera Europa.

Violeta, che ha 26 anni, si è aggiudicata una delle dieci borse di studio messe a disposizione dall’organizzazione. Per lei vuol dire poter continuare a vivere. "Ho iniziato a cantare all’Opera Nazionale di Kiev quando ero bambina, – racconta - Non posso dividere il canto dalla mia anima ed è stata proprio la musica a darmi speranza anche quando, nei primi giorni di guerra, pensavamo soltanto a come restare vivi, a come resistere e non impazzire". Il fischio dei razzi, il boato delle esplosioni, le immagini delle case distrutte sono ancora davanti ai suoi occhi. "Noi artisti venivamo già da un periodo difficile, con il Covid tutto si è fermato e molte carriere sono state spezzate, la quarantena però non è nulla in confronto alla guerra. Ogni sera – ricorda – andavamo a dormire pensando che forse non ci saremmo più svegliati".

Assieme ai genitori, non le resta altra scelta se non quella di intraprendere la stessa strada percorsa da migliaia di famiglie ucraine. Salgono su un’auto e fanno rotta verso ovest. Trovano rifugio in Germania ma dopo qualche settimana sua madre decide di tornare a Kiev. "È difficile ricominciare una nuova vita a sessant’anni, specialmente quando avevi tutto e quando tutto quello che avevi in un secondo ti viene strappato via. Io, invece, - va avanti – ho scelto di rimanere qui per portare avanti il mio sogno". In Italia Violeta cerca di dimenticare gli orrori del conflitto, il dolore per lo zio militare disperso sul fronte del Donbass, e di ricostruire la sua carriera di cantante. "Non voglio arrendermi, so che esiste un futuro per me e per la mia gente".

Spera che arrivi presto la pace: "Dobbiamo ricostruire la nostra nazione e credo che l’unica strada di rinascita per l’Ucraina sia quella europea". La stessa Europa che per Violeta rappresenta l’opportunità di tornare ad una vita normale. "Per noi è stato importantissimo sostenere gli artisti ucraini che in questo momento si trovano in una situazione terribile: in questo modo offriamo loro un modo per andare avanti e una speranza", spiega al Giornale.it Julia Lagahuzère, direttore generale di Opera for Peace. "Per questi ragazzi – continua – la lirica e il canto non sono solo una passione ma una ragione di vita e oggi più che mai il mondo ha bisogno della bellezza che quest’arte può offrire".

L’entusiasmo lascia il posto ad una commozione dignitosa quando la giovane cantante parla della sua famiglia a Kiev. "Nonostante tutto siamo uniti più che mai, il nostro legame è indissolubile, così come il sostegno reciproco e l’amore", dice Violeta.

Lo stesso amore intonato in una canzone popolare che attraversa frontiere e divisioni, e arriva fino a casa: "Dove vai, dove andrai via da me amore mio, non lontano da me".

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