Cultura e Spettacoli

«Io odio Sherlock Holmes». Parola di Conan Doyle

Ucciderò Sherlock Holmes. Non potevano scegliere un titolo più azzeccato i tipi della Metamorfosi Editore per riproporre ai lettori italiani le «Memorie letterarie e avventure del creatore del più celebre detective della storia». Un'autobiografia pubblicata da Arthur Conan Doyle nel 1925 e che ebbe la sua prima edizione nel nostro Paese lo stesso anno. Un libro affascinante e denso di aneddoti in cui Conan Doyle (1859-1930) più volte sottolinea il suo odio profondo per quel personaggio che gli diede la grande notorietà internazionale ma che fu capace secondo lui anche di «oscurare» sia la sua vita che le sue migliori opere letterarie. Conan Doyle avrebbe infatti preferito essere ricordato per i romanzi storici medievali della Compagnia Bianca, per quelli napoleonici del brigadiere ussaro Gerard o per il fantastico Ciclo del Mondo Perduto piuttosto che per le indagini di Holmes. Sognava di essere apprezzato per i suoi reportages di guerra, per le sue imprese sportive e sperava persino che la gente desse credito ai suoi saggi sullo spiritismo. Proprio per queste motivazioni Ucciderò Sherlock Holmes si apre con una breve presentazione in cui lo scrittore inglese riassume così i punti salienti che hanno scandito la sua esistenza: «ho avuto una vita che per varietà e avventure potrebbe, credo, essere difficilmente superata. Ho conosciuto cosa significhi essere povero. Ho goduto di una discreta agiatezza. Ho vissuto ogni esperienza umana. Ho conosciuto molti fra i più eminenti uomini del mio tempo... La mia vita è stata costellata d'avventure d'ogni genere». Dalle pagine di Ucciderò Sherlock Holmes viene fuori il ritratto a tutto tondo di un uomo che visse in pieno l'epoca Vittoriana, e in particolare risultano fulminanti i suoi racconti di guerra dal Fronte Italiano durante la Prima Guerra mo, le sue cronache sportive, e i suoi racconti di pratica medica ed occultistica. I lettori italiani saranno contenti soprattutto di rileggere l'incontro speciale fra il maratoneta Dorando Pietri e Conan Doyle che avvenne durante le Olimpiadi a Londra del 1908. Fu probabilmente Doyle a sorreggerlo mentre sofferente l'atleta tagliava il traguardo. Incredibili poi le frequentazioni che Conan Doyle racconta di avere avuto durante la sua esistenza con personaggi illustri come Theodore Roosevelt, James Barrie, Rudyard Kipling, H.G. Wells, Robert Louis Stevenson... Poco spazio viene dedicato a Sherlock Holmes in queste appassionate memorie, salvo un capitolo intitolato «Sherlock Holmes intimo». In questo capitolo lo scrittore inglese inserisce anche un intervento comico del suo amico James Barrie cercando di mettere alla berlina proprio il mito di Sherlock. Barrie immagina che in seguito al risultato fallimentare di una messa in scena teatrale l'investigatore si trovi a fronteggiare, armato di coltello, il suo stesso creatore. Il personaggio di fantasia così apostrofa lo scrittore: «Sciocco, sciocco! Ti ho mantenuto per anni nel lusso. Grazie al mio aiuto hai potuto scarrozzare a piacimento, dove mai un autore era stato visto prima.

D'ora in avanti viaggerai in tram!». Ancora una volta è proprio Holmes a farsi beffe del suo creatore!!!

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