Per un italiano su due le donne hanno dei limiti sul lavoro: il risultato della ricerca Astraricerche-Gilead Sciences

In occasione della Giornata internazionale delle donne e delle ragazze nella scienza sono stati resi noti i risultati di una ricerca sulla percezione della parità di genere in Italia

Per un italiano su due le donne hanno dei limiti sul lavoro: il risultato della ricerca Astraricerche-Gilead Sciences

L'11 febbraio è la Giornata internazionale delle donne e delle ragazze nella scienza istituita dall'Onu. Per quest'occasione sono stati resi noti i risultati della ricerca condotta da Astraricerche-Gilead Sciences, che sottolinea una evidente diseguaglianza di trattamento dei generi in Italia, con un traguardo di parità ancora lontano nel nostro Paese.

Dal sondaggio emerge che nell'immaginario degli italiani, quando in una coppia eterosessuale lavorano sia l'uomo che la donna, sia giusto che la metà maschile abbia maggiori possibilità nell'ascensore lavorativo. L'attuale percezione della società italiana ha fatto sì che, quando si ragiona sui limiti per le donne nell'accesso alle professioni, il 46.9% degli uomini e il 43% delle donne pensino che questi siano legati alla scarsa forza, resistenza e capacità fisica delle appartenenti al genere femminile. Addirittura, il 27,9% è convinto che i limiti siano legati al carattere delle donne.

Il sistema attualmente legato al mondo del lavoro influenza 1 donna su 4, ossia quelle che secondo il sondaggio credono che i ruoli di potere e di leadership, quindi quelli che portano maggiore guadagno, debbano essere naturalmente ad appannaggio del genere maschile. Alla luce di questi numeri, di queste convinzioni radicate, non stupisce che per il 49,8% degli intervistati la parità di genere, tanto nel lavoro quanto nella vita quotidiana, sia ancora un miraggio.

Sono 1 su 5 gli italiani che sono credono sia giusto che sia l'uomo, in una coppia etero, ad avere maggiori opportunità di crescita nel lavoro. E la stessa percentuale ritiene che "le bambine che amano giocare con i giochi ‘tipici’ dei bambini (robot, costruzioni, …) e i bambini che amano quelli ‘tipici’ della bambine (bambole, mini-cucina giocattolo, …) cresceranno con confusione nella loro mente sui ruoli di donne e uomini".

Nel proseguo del suo impegno per l'inclusività e la parità di genere, Gilead premia i progetti di ricerca delle ricercatrici e dei ricercatori italiani con un fellowship program che premia i lavori orientati al miglioramento della qualità della vita dei pazienti. Nel corso degli ultimi 10 ani, grazie al bando di concorso, sono stati erogati circa 9 milioni di euro, che hanno finanziato 360 progetti provenienti dalla comunità scientifica italiana, con ampia partecipazione femminile.

Gilead è un'importante realtà biofarmaceutica californiana che a tre decenni opera nella ricerca e nello sviluppo di farmaci innovativi, in particolare per la prevenzione e il trattamento di patologie come Hiv/Aids, malattie epatiche, ematologia e oncologia. Dal 2000 Gilead ha aperto una sede anche a Milano e qui collabora con i partner istituzionali, scientifici, accademici, industriali e le comunità locali per ricercare, sviluppare e rendere disponibili le terapie anche per i pazienti italiani.

"Sostenere la ricerca scientifica libera è molto importante in questo momento storico e la pandemia ci ha insegnato quanto lo studio delle malattie infettive sia importante. È il riconoscimento a un settore che in Italia subisce il peso di mancanza di investimenti e risorse, nonostante l’eccellenza dei ricercatori italiani nel mondo. Il Fellowship Program, realizzato all'insegna della parità di genere, dell'inclusione e del valore etico, è per le ricercatrici italiane una grande opportunità di far valere il proprio valore scientifico", sostiene la dottoressa Miriam Lichtner, vincitrice del Fellowship Program, direttore del reparto di malattie Infettive dell’ospedale Santa Maria Goretti di Latina e professore associato Università La Sapienza di Roma.

Il nuovo bando Gilead, aperto dal prossimo 28 febbraio, conferma la presenza di un premio speciale dedicato ai programmi di Inclusion&Diversity. Nell'ultima edizione, questo premio è rivolto i progetti dedicati ai sottogruppi di popolazione culturalmente minoritari e discriminati all’interno della loro comunità di appartenenza o a gruppi sociali che siano penalizzati.

Gemma Saccomanni, Senior Director, Public Affairs Gilead Sciences Italia, rimarca: "Siamo orgogliosi di contribuire a promuovere la piena parità di genere anche attraverso il Fellowship & Community Award Program".

Poi aggiunge: "Crediamo nel valore della ricerca indipendente italiana perché il lavoro di ricercartici e ricercatori è fondamentale per migliorare la qualità di vita e di cura di chi è colpito da malattie gravi come Hiv, epatiti virali o patologie oncologiche e oncoematologiche. Con questo progetto sosteniamo idee che possano trasformarsi in progetti concreti, creando innovazione, cambiamento, eccezione. Consapevoli che le idee non hanno genere".

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