L'America ha tante facce, eccole

Non c’è nulla che racconti gli Stati Uniti meglio delle vite (pubbliche e private) degli uomini che li hanno guidati

L'America ha tante facce, eccole

Il mito del presidente degli Stati Uniti d'America passa dalla scheda elettorale. Ogni quattro anni, il primo martedì dopo il primo lunedì di novembre. Una matita, tradizionale o elettronica che sia, e l'America sceglie: indica da chi vuole farsi governare. Una faccia, una storia. Sei tu il nostro uomo. La semplicità ha personificato la leggenda: oggi la presidenza degli Stati Uniti è considerato il posto più importante del pianeta, la Casa Bianca il palazzo più decisivo della terra, lo studio ovale, ovvero l'ufficio del presidente, la stanza più austera del mondo. Nessuno come il presidente americano è un personaggio globale: a torto o a ragione è come se governi una parte di ogni Paese. È il mito e forse anche l'utopia del comandante globale, dell'uomo che impersonifica il potere e che lo usa nella maniera migliore possibile. La realtà ovviamente è spesso molto diversa dalla mitologia, ma l'immagine del presidente degli Stati Uniti come uomo più potente del mondo rimane.

Tra poco più di un mese, l'America dovrà scegliere ancora una volta da chi farsi guidare. Il primo martedì dopo il primo lunedì di novembre, ovvero il 6. Gli americani voteranno per la riconferma di Barack Obama o per l'alternativa, ovvero per il repubblicano Mitt Romney? Attorno a questa scelta ruoterà il destino degli Stati Uniti, ma anche quello di gran parte del mondo: piaccia o no, gli Stati Uniti sono il traino dell'Occidente, la motrice dietro la quale si muove gran parte del mondo libero e democratico. Vivono una crisi economica e forse identitaria, ma restano un caposaldo della democrazia. Gli Usa sono la libertà della quale parliamo spesso a vanvera e che ci garantisce anche il diritto di criticarli. Perché la loro forza, la loro politica, anche le loro armi hanno permesso a gran parte del pianeta di essere libero e democratico e quindi hanno consentito anche che gli anti-americani avessero voce.
Ecco, in un anno elettorale e a poche settimane dal voto, abbiamo deciso di raccontare le storie di tutti i 44 uomini che hanno guidato l'America. Noi, dalla metà dell'Ottocento a oggi, abbiamo avuto 62 governi. Loro, dalla fine del Settecento a oggi, hanno avuto quarantaquattro presidenti. Dalla Casa Bianca non si viene sfrattati per giochi di potere o ribaltoni: possono farlo soltanto la morte o gli elettori. E questo è un altro dettaglio che ha alimentato il mito del presidente americano, uno che può governare anche se ha il Congresso contro e che rappresenta un'istituzione amata da tutti i cittadini, anche coloro che non hanno votato per lui. Il presidente è presidente, punto. Lo dice l'urna elettorale e poi lo conferma la Storia. È così dall'era di George Washington che fu il primo a guidare l'America. È da lui che parte il nostro viaggio nelle vite politiche e private dei 44 uomini più potenti della storia. Un viaggio in sette puntate che attraversano tre secoli con le facce, le manie, i sogni, le paure, le idee dei presidenti americani. Un continuo gioco tra l'uomo e lo statista per capire meglio questi personaggi che hanno condizionato la storia del mondo.

Racconteremo non solo le loro biografie, ma anche le piccole e grandi curiosità che riguardano i loro mandati e le loro caratteristiche personali. S'è scoperto di recente, per esempio, che George Washington avesse smarrito un libro che aveva chiesto in prestito dalla New York Society Library: l'aveva preso il 5 ottobre del 1789, poche settimane prima di essere eletto primo presidente della storia (unica elezione fatta in un anno dispari) e non lo restituì mai. Ai suoi eredi, pochi anni fa, è stato presentato il conto: 300mila euro di multa per quella mancata riconsegna. Per risarcire la Nysl la Mount Vernon Estate, società che gestisce il patrimonio di George Washington, ha dovuto ricomprare una copia (non quella originale, un'altra) del volume The law of Nations e consegnarlo alla biblioteca.

Curiosità come queste si alterneranno all'analisi politica dei presidenti: come e perché hanno preso alcune decisioni, come la pensavano sul rapporto tra gli Stati Uniti e il resto del mondo.

Un'altalena di notizie e considerazioni per spiegare chi s'è seduto su quella poltrona dove oggi è seduto Barack Obama e dove gli americani decideranno chi dovrà sedersi dal 6 novembre prossimo.
Decideranno per se stessi e, senza volerlo, anche per gli altri. Per tutti noi.

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