L'eccidio di Porzûs e la strategia stragista ispirata da Togliatti

diNella località di Topli Uorc, meglio nota come malghe di Porzûs, sopra Canebola, in provincia di Udine, il 7 febbraio del 1945 si trovava di stanza il comandante della Iª Brigata Osoppo Francesco De Gregori, detto Bolla. Insieme a lui altri diciotto patrioti appartenenti alle stesse Formazioni osovane, tra cui il delegato politico Enea (l'azionista Gastone Valente) e Centina (Aldo Bricco, il nuovo comandante giunto in sostituzione di Bolla). Nel primo pomeriggio, sotto il comando di Giacca (Mario Toffanin) un centinaio tra comunisti di tre battaglioni di Gap e sloveni dell'esercito di liberazione di Tito, appartenenti al IX Korpus, dopo essere stati accolti perché creduti sbandati, torturano e uccidono il comandante, Enea, Gruaro (Giovanni Comin, un giovane appena guadagnato alla causa osovana) e una donna, Elda Turchetti, che Radio Londra aveva denunciato quale spia \.

Centina riesce a scappare, mentre gli altri quindici vengono fatti prigionieri e condotti nel Bosco Romagno, dove vengono sommariamente uccisi, eccetto due che, presumibilmente, decidono di passare tra le file dei gappisti. \ Appare essere esercizio fin troppo arduo escludere in sede di dibattito storico l'influenza delle più generali scelte politiche del Pci, circa le sorti del confine orientale, sui tre battaglioni gappisti (Giotto, Ardito e Amor) della brigata garibaldina «13 Martiri di Feletto», localizzati sui primi contrafforti del Collio, a est di Cividale, e che partecipano all'eccidio. Essi non a caso tre giorni dopo, il 10, relazionano al Comitato provinciale del Pci ed al Comando del IX Corpus d'armata sloveno: «Di questa azione avevamo pieno consenso dalla Federazione del P. - Giunti alla località precisataci, troviamo ventidue di questi individui che comodamente alloggiavano, ben coperti di pelliccie, in posti che nemmeno l'aquila ci può arrivare, essi giacevano in comodi sacchi a pelo ed erano provvisti di tutti i conforti». \

Rimane da pensare che con ogni probabilità, nella mente degli aguzzini, l'eccidio di Porzûs e Bosco Romagno potesse rappresentare l'inizio di una lunga serie di spedizioni «punitive». Infatti alla relazione \ è allegata una nota informativa sulle abitudini di altri illustri fazzoletti verdi, che potrebbe far presupporre l'esistenza di un più generale piano di attacco alle formazioni Osoppo. Si legge, nell'allegato alla «Relazione politica» del 10 febbraio, di una certa Lucia, «corriera di collegamento con Bolla a contatto con il maggiore Inglese residente a UDINE (pericolosa)», o del «maestro del paese» di Subit, tale Nodo, che ricopre l'incarico di magazziniere, e anche di Astracan, «fornitore» a Ravosa degli osovani («molto pericolo Attenzione»). \

Rimane da chiedersi se i fatti sarebbero andati in egual modo se non si fosse creato un determinato clima che ha finito per dividere e contrapporre irreversibilmente il fronte di liberazione italiano.

Da questo punto di vista Marina Cattaruzza ha commentato: «Il servizio reso da Togliatti ai compagni jugoslavi con il disconoscimento ufficiale della resistenza italiana non comunista nella Venezia Giulia ha avuto per le formazioni jugoslave un valore inestimabile».

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