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L'SS che liberò il Duce fu un killer del Mossad

Dopo la guerra l'ex ufficiale nazista aiuta Israele eliminando gli scienziati tedeschi passati a lavorare con l'Egitto

L'SS che liberò il Duce fu un killer del Mossad

Nel 1962 Otto Skorzeny diventa un informatore per il servizio di intelligence del neonato Stato ebraico. Per il Mossad l'ex ufficiale delle SS che liberò Benito Mussolini dal Gran Sasso elimina gli scienziati tedeschi che in quegli anni si mettono al servizio dell'Egitto, in quegli anni considerato il nemico numero uno di Israele.

Come ricostruiscono l'americano The Jewish Forward e l'israeliano Haaretz, oggi ripresi dal Corriere della Sera, nell’estate del 1943 Adolf Hitler incarica Otto Skorzeny, al tempo 35enne capitano delle SS, di liberare Mussolini imprigionato a Campo Imperatore, sul Gran Sasso, per ordine di Badoglio. Il 12 settembre viene messa a segno l'operazione "Quercia": l'SS scende con una formazione di alianti e cento paracadutisti sull'altipiano. Il Duce è libero e Skorzeny viene promosso tenente colonnello. Dopo la guerra viene processato dagli americani ma, aiutato da alcuni complici, riesce a ripiegare in Spagna. Riappare l'11 settembre 1962 quando Heinz Krug, scienziato tedesco che durante la guerra aveva lavorato al programma missilistico nazista nella base di Peenemünde, sparisce nel nulla. Al suo fianco ci sono due agenti del Mossad: Yitzhak Shamir, futuro premier di Israele, e Zvi "Peter" Malkin, membro della squadra che catturò Eichmann in Argentina. Lo scienziato viene giustiziato in una foresta per essersi messo al servizio del programma missilistico egiziano.

In quegli anni Krug non è l'unico ad aver scelto quella strada. Altri ex nazisti hanno deciso di continuare "la guerra contro gli ebrei" mettendosi a lavorare per l'Egitto. Per contrastarli l'allora capo del Mossad, Isser Harel, decide di arruolare Skorzeny che viene "agganciato" a Madrid nel 1962 da Yosef "Joe" Raanan. Inizia così a "lavorare per Israele e aiutare lo Stato ebraico nella lotta per la sua sopravvivenza". "Skorzeny godeva di una fama intatta nei circoli degli ex nazisti - spiega Paolo Salom sul Corriere della Sera - poteva avvicinare chiunque tra i molti scienziati che allora si erano messi (per soldi e non solo) a disposizione degli egiziani desiderosi di sviluppare un programma missilistico capace di regalare al Cairo la supremazia strategica sull'odiato vicino". Skorzeny acconsente di mettersi al servizio degli israeliani perché teme di fare la fine di Eichmann. "Voglio che Simon Wiesenthal tolga il mio nome dalla sua maledetta lista", avrebbe detto. Viene addirittura invitato in Israele. Sotto falsa identità, ovviamente. In quell'occasione lo portano a visitare lo Yad Vashem, il museo dell’Olocausto di Gerusalemme. Durante tutta la visita viene, però, riconosciuto da un ex deportato. "È un nazista!", gli urla dietri.

"Si sbaglia, è un mio parente - interviene un agente al suo fianco - anche lui ha sofferto durante la Shoah".

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