Cultura e Spettacoli

Nuove indagini sul segreto della scomparsa di Majorana

N on è un personaggio storico né un'icona pop. Ma di monografie a lui dedicate se ne contano a decine. Strano, per uno scienziato scomparso pochi mesi dopo la nomina a ordinario di Fisica teorica alla Regia Università di Napoli. Era il 1938 ed Ettore Majorana aveva appena trentadue anni.
Scomparso. Il nodo sta tutto in questo participio passato. Quante ipotesi sono state avanzate sul perché del suo gesto? Per Leonardo Sciascia, tra i primi ad occuparsene, Majorana non resse il peso delle responsabilità dettate dal proprio ruolo di scienziato in éra atomica e si chiuse in convento. Qualcuno, anche di recente, ha scritto che fosse andato in Argentina. Quale sarebbe stato, in questo caso, il peso delle simpatie di Majorana per il partito hitleriano? Simpatie da dimostrare, naturalmente. Domande senza risposte precise.
Adesso, a rispondere alla maggioranza dei quesiti sulla sorte di Majorana, ci prova un parente. Anche se alla lontana. Si chiama Stefano Roncoroni, sua nonna Elvira era sorella di Fabio padre di Ettore. Ed ha pubblicato per gli Editori Internazionali Riuniti, Ettore Majorana, lo scomparso e la decisione irrevocabile. La tesi di Roncoroni, uomo di cinema, è massimalista. Il libro è un atto d'accusa contro la famiglia Majorana. In special modo contro Giuseppe, capofamiglia e zio di Ettore, che gestì gli eventi fin dall'inizio. Una famiglia prestigiosa nell'Italia che fu, e che pur conoscendo la verità si chiuse in un misterioso silenzio: mentendo, anzi depistando. Come andarono i fatti? Quella di Ettore non fu una scomparsa, azzarda Roncoroni, ma una «fuga». Sofferente della sindrome di Asperger, lo scienziato scappò nel 1938; ospitato da pastori in Calabria venne ritrovato secondo le testimonianze di Salvatore (fratello di Ettore) e Fausto (padre dell'autore). L'atto conclusivo sarà la morte avvenuta un anno dopo la scomparsa. Il 22 settembre 1939, chiude Roncoroni, il padre provinciale della curia gesuitica del Lombardo Veneto Ettore Caselli rispondendo a una lettera di Salvatore, e confermando di aver istituito una borsa di studio in onore di Ettore, avrebbe indirettamente dato conferma della sua morte.
Ma è l'ennesima ipotesi annegata nel mare magnum di dichiarazioni e articoli sulla sorte di Ettore; un documento che dice meno di quanto promette.

Affermazioni decisive non ce ne sono.

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