Guerra in Ucraina

Lo schiaffo di Mosca: chiede indietro le opere dell'Ermitage

Nel mezzo della cirisi diplomatica tra Occidente e Russia, l'Ermitage ha chiesto indietro le opere d'arte prestate ai musei europei e anche all'Italia

Lo schiaffo di Mosca: chiede indietro le opere dell'Ermitage

La Russia è stretta nella morsa delle sanzioni internazionali a causa del conflitto scatenato in Ucraina. L'economia del Paese inizia a risentirne e Vladimir Putin ha minacciato ripercussioni a chiunque le abbia applicate. Il Paese è pressoché isolato a livello internazionale, a parte qualche eccezione, e i suoi rapporti con l'Occidente sono quasi del tutto compromessi e con ogni probabilità lo saranno anche per i prossimi anni. Resistono per il momento pochissimi scambi commerciali ma i rapporti amichevoli degli ultimi decenni sembrano ormai solo un lontano ricordo. Proprio in quest'ottica dev'essere letta l'iniziativa dell'Ermitage, che ora rivuole indietro le opere prestate all'Italia all'interno di un rapporto di collaborazione.

Il museo russo ha diverse opere in prestito in tutta Europa e alcune di queste si trovano anche in Italia. Alcuni giorni fa, Ermitage Italia ha comunicato di aver interrotto tutti i rapporti con la Russia per voce del segretario dell'istituzione culturale Maurizio Cecconi: "Ermitage Italia ha condannato fin dal primo giorno l'invasione russa dell'Ucraina. Abbiamo anche interrotto ogni iniziativa in corso con il Museo di San Pietroburgo nella sua dimensione di Ente di Stato". È stato tuttavia specificato che l'ente continuerà a mantenere i legami con gli studiosi, i ricercatori, gli artisti e gli intellettuali con i quali ha sempre collaborato.

È notizia di poche ore fa che il museo Ermitage di San Pietroburgo ha chiesto la restituzione entro la fine del mese di marzo, delle opere prestate per le mostre a Palazzo Reale di Milano e alle Gallerie d'Italia. Ma c'è anche la fondazione Fendi di Roma fra le istituzioni a cui il museo Ermitage di San Pietroburgo ha chiesto la restituzione delle opere in prestito. In particolare alla Fondazione è stata chiesta la restituzione di Giovane donna di Picasso che finora non era mai stata esposta in Italia. Il ministro della Cultura Dario Franceschini non ha posto veti alla richiesta russa: "Il ministero non ha competenza in materia, sono due mostre organizzate dal Comune di Milano e dalle Gallerie d'Italia. Ma mi pare evidente che quando un proprietario chiede la restituzione delle proprie opere queste debbano essere restituite".

Di diverso avviso Stefano Boeri, presidente di Triennale Milano: "Il contatto che noi abbiamo con le istituzioni russe, a partire dal museo statale di Architettura e con gli artisti, ci conferma che è molto importante avere una posizione chiara e forte da parte delle istituzioni culturali europee. La posizione più corretta è: 'in questo momento non abbiamo intenzione di aprire i rapporti col governo e le sue istituzioni, ma teniamo aperti tutti i canali del dialogo'.

Dal mio punto di vista dovremmo andare verso una apertura del dialogo, ma sempre chiarendo che questo dialogo non può avvenire con un governo che sta bombardando oggi un Paese libero e democratico".

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