Le paranoie di Dick e Bret Easton Ellis Spia e lascia spiare

O sservare ed essere osservati. Attraverso i media digitali. Oppure essere sorvegliati e spiare il proprio guardiano. Ecco alcuni romanzi che trattano il tema. In Infinite Jest, il romanzo-mondo di David Foster Wallace, edito nel 1996, c'è una famosa scena sull'invenzione del videofonino, oggi realtà. Ma c'è qualcosa in più: dopo l'eccitazione iniziale, gli utenti iniziano a mascherarsi e assumere false identità. Come si fa su Facebook. La paranoia è un ingrediente fondamentale delle opere di Bret Easton Ellis. Per questo, anche nel recente Imperial Bedrooms (2010), il protagonista è sempre seguito e spiato da qualcuno. E a sua volta osserva chi lo sta seguendo. Philip K. Dick, in Un oscuro scrutare (1977), fa coincidere l'osservatore e l'osservato. Un tossicodipendente, in realtà infiltrato della polizia, riprende tutto quello che accade nel suo appartamento, grazie a telecamere nascoste, per incastrare drogati e spacciatori. Una doppia vita, una doppia identità, una doppia immagine di se stesso. Con un effetto collaterale: la schizofrenia.

Il libro di Dürrenmatt ricorda poi, nello spirito ma non nella trama, il film La finestra sul cortile (1954) di Alfred Hitchcock, adattamento di un racconto di Cornell Woolrich (Rear Window). Metafora del cinema, come dice la critica. Ma anche della vita.

Commenti
Disclaimer
I commenti saranno accettati:
  • dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
  • sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.
Accedi
ilGiornale.it Logo Ricarica