Massimiliano Parente è un tipo «un po' così». Contro tutto (o quasi), anche se mai a prescindere. Proprio come Max Fontana, protagonista del suo ultimo romanzo Il più grande artista del mondo dopo Adolf Hitler (Mondadori) . Considerato un genio o un pazzo furioso, in primis da se stesso, nell'intervista rilasciata alla rivista online Write and Roll Society, dà prova di entrambi. Come Fontana nel libro, del resto. Un'artista che diventa famoso proprio per le sue opere che fanno gridare allo scandalo. «È un artista che non retrocede, non salva nessuno, non accetta compromessi». E in pieno stile Fontana c'è moi, Parente non si censura. Un tiro al bersaglio, più che uno sparatutto, lui che gioca alla Play Station tutte le mattine, dopo aver scritto. Ce n'è per Antonio Scurati e Francesco Piccolo, «ruffiani che scrivono libri qualsiasi» per la schiera di «...
e scrittore», che parte da Beppe Severgnini e arriva a Lilli Gruber, per Pasolini e Carmelo Bene, «santini rispettivamente di sinistra di destra», per la Chiesa e la procreazione. Alla fine per il libro, palesemente antisemita, nessuno però si è indignato. «Si è capita la vena satirico comica - ha detto - E poi, forse, i rabbini non leggono libri».- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.