Quando gli Arditi beffarono l'esercito britannico nell'estate del '43

Nel libro "Arditi in Sicilia. Il X Reggimento Arditi nella Campagna di Sicilia. Luglio-Agosto 1943", il prof. Federico Ciavattone analizza l’impiego di questo reparto nel corso della Campagna di Sicilia durante l'estate del 1943

Quando gli Arditi beffarono l'esercito britannico nell'estate del '43

Per gentile concessione dell'editore Mattioli 1885, pubblichiamo un estratto del libro di Federico Ciavattone dal titolo "Arditi in Sicilia. Il X Reggimento Arditi nella Campagna di Sicilia. Luglio-Agosto 1943"

Il X Reggimento Arditi fu un’unità d’élite del Regio Esercito, durante la Seconda Guerra Mondiale. Caratterizzato da una serie di specialità e specializzazioni (Paracadutisti, Camionettisti, Nuotatori, Compagnie “Speciali”), nasceva per eseguire operazioni di sabotaggio e raid alle spalle del nemico. In un recente studio dal titolo Arditi in Sicilia. Il X Reggimento Arditi nella Campagna di Sicilia. Luglio-Agosto 1943 edito da Mattioli 1885, il prof. Federico Ciavattone – Direttore del Centro Studi di Storia del Paracadutismo Militare Italiano – analizza l’impiego di questo reparto nel corso della Campagna di Sicilia. Riportiamo uno stralcio della ricostruzione che vide protagonista la Pattuglia Nuotatori al comando del Tenente Cesare Artoni che, tra il 30 luglio e il 1 agosto 1943, operò alle spalle dello schieramento Alleato, nella zona di Augusta, distruggendo un deposito di munizioni britannico.

Al Tenente Artoni non rimase che pianificare l’azione per quella stessa notte. L’Ufficiale decise che la Pattuglia avrebbe agito contro l’accampamento Alleato individuato – casualmente – la notte del loro arrivo e che, posizionate le cariche esplosive, i Nuotatori si sarebbero diretti sulla costa nel tentativo di superare la linea del fronte.

[…]

Con il sopraggiungere delle tenebre, la Pattuglia “Artoni” si mise in marcia. Le informazioni necessarie per colpire il campo, acquisite la prima notte della missione, erano più che sufficienti: gli Arditi, infatti, erano a conoscenza che presso il deposito vi erano 3 aree di raccolta per proiettili di artiglieria, mentre i 6 pezzi di artiglieria contraerea, con le «lunghe canne rivolte in aria» si trovavano ad un centinaio di metri.

Poco prima delle 22.00, i Nuotatori erano in prossimità del perimetro esterno del campo. Artoni, verificate nuovamente armi ed esplosivi, suddivise la Pattuglia in 3 gruppi. Il piano d’azione prevedeva un inserimento da sud, in modo da sfruttare, a proprio vantaggio, le anfrattuosità della roccia.

Ragazzi è arrivato il momento di agire. Ci dividiamo in tre nuclei e avanzeremo strisciando. Ognuno sfrutterà le anfrattuosità della roccia, sino a raggiungere da tre diversi punti la batteria e il deposito di munizioni. Gli esplosivi con gli accenditori a tempo siano collocati a dovere. Mi raccomando! Dopo di che, tutti verso nord e giù dalla scogliera, al punto della barca. Attenzione! E in bocca al lupo!

Prima di impartire l’ordine di azione, Artoni fece eseguire un’ultima perlustrazione […]. La ricognizione fu eseguita senza incontrare problemi ed, al rientro, i Sabotatori confermarono quanto già osservato: ogni singolo deposito era sorvegliato “direttamente” da una sentinella, mentre gruppi di sei militari stazionavano nelle vicinanze dei pezzi di artiglieria antiaerea.

Tutto era ormai pronto. I Sabotatori iniziarono a spostarsi sulle posizioni di partenza e, quando ogni gruppo confermò di aver raggiunto l’area stabilita, Artoni diede l’ordine di azione. Gli Arditi iniziarono, così, ad incunearsi all’interno dell’accampamento nemico e – muovendosi velocemente e con circospezione – riuscirono ad eludere le sentinelle, raggiungendo i depositi munizioni.

L’azione risulta meno difficile del previsto. Le sentinelle chiacchierano fra di loro, non s’accorgono di nulla. In pochi minuti, gli Incursori procedettero a posizionare le cariche esplosive e ad armare i detonatori senza che le sentinelle si rendessero conto di nulla. Terminata l’operazione, gli Arditi riguadagnarono il perimetro esterno del campo e, non appena tutti ebbero raggiunto il punto di riunione, la Pattuglia si diresse verso la costa, dove fu localizzata l’imbarcazione.

Ecco già i ragazzi, ad uno ad uno, allontanarsi dall’uliveto, filare verso settentrione, fiutare il vento marino, buttarsi dalla parte degli scogli.

Tutto Bene?

Tutto bene!

Benone, ragazzi! Siamo tutti. Mettiamo in acqua la barca.

Quando l’imbarcazione venne messa in acqua, però, i Sabotatori notarono che era priva di remi. Ugualmente decisi a guadagnare il largo, gli Arditi ricavarono dei rudimentali strumenti di voga da alcune «tavole del pagliolo». Tanta ostinazione fu ripagata: l’imbarcazione, infatti, superata l’iniziale risacca, iniziò ad allontanarsi dalla costa.

[…]

Nel pieno della notte, attorno alle 1.30, la costa fu illuminata da un’esplosione accecante: i depositi di munizioni Alleati erano saltati in aria. La missione era riuscita.

Arditi in Sicilia

Commenti
Disclaimer
I commenti saranno accettati:
  • dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
  • sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.
Accedi
ilGiornale.it Logo Ricarica