Quando le opere mettono in primo piano il turismo culturaleIl successo della biennale al femminile «Icastica» ad Arezzo

L'arte di oggi? Mettiamola al servizio dei tesori del nostro passato. Arezzo apre una nuova strada e invece di tagliare il nastro all'ennesimo museo di arte contemporanea ha realizzato «Icastica», biennale tutta al femminile. Per tutta l'estate 40 artiste hanno invaso con le loro opere i vicoli della città e i suoi più importanti musei, compresa la Casa del Vasari, e poi ancora eventi di teatro, cinema, musica, danza (tra le ospiti Emma Dante, Isabella Rossellini, Lina Wertmuller, Luciana Savignano e un dj-set di Skin). Chiara la scommessa del progetto curato da Fabio Migliorati e prodotto dal Comune (200mila euro investiti, 10mila dalle casse pubbliche, il resto da privati): portare l'arte fuori dalle gallerie e sfruttarla come catalizzatore per il turismo della città. I nomi delle artiste coinvolte (su tutte: Yoko Ono, Marina Abramovic, Shirin Neshat) non sono passati inosservati: il pubblico ha risposto con oltre 21mila presenze e un incremento di oltre il 30% delle visite nei musei.

E se l'opera della finlandese Kaarina Kaikkonen, che ha occupato le logge vasariane con panni stesi, ha sollevato sagaci ironie nelle cronache locali, l'esperimento più riuscito pare quello di Heike Weber e Mona Hatoum: hanno realizzato le loro installazioni in due chiese-simbolo della città, San Francesco e San Domenico, aggiungendo bellezza alla bellezza. Appuntamento per la prossima edizione tra due anni, ma c'è già chi sussurra, considerato il successo, anche prima.

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