Quando uccidere un fascista non era reato

Quando uccidere un fascista non era reato

Lo ha scritto Antonio Pannullo, giornalista che ha lavorato anche per il «Secolo d'Italia» e «Radio Vaticana», s'intitola «Attivisti» - sottotitolo «Nelle sezioni romane del Msi quando uccidere un fascista non era reato» - e lo pubblicano le edizioni Settimo Sigillo (pagg. 692, euro 39; oltre 300 foto nel testo; info www.libreriaeuropa.it), in due tomi: il primo è una «Cronologia» degli accadimenti dal gennaio 1970 al dicembre 1980 con un excursus agli anni precedenti e uno ai primi anni successivi; il secondo prende in analisi la storia di tutte le «Sezioni» del Msi, del Fronte della Gioventù e del Fuan di Roma, attive negli anni di piombo (oltre 40), e notizie sui Volontari Nazionali e i Gruppi Operativi.

Il libro è la storia, in un periodo «di fuoco» del nostro Paese, di un gruppo di persone, spesso giovani e giovanissimi, che credevano nella politica e che pagarono nella maniera più cara e ingiusta il loro sogno di cambiare il mondo, «da destra». La prefazione al volume, che pubblichiamo in questa pagina, è del nostro Stenio Solinas.

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