In Italia quando un cosiddetto intellettuale non sa cosa scrivere, scrive un libro su Pasolini, meglio ancora sulla morte di Pasolini. C'è talmente un complotto di regime per ridurre la questione sotto silenzio che da quarant'anni non si parla d'altro, per cui a scadenze regolari esce un articolo, un saggio, un pamphlet sulla morte di PPP. È inutile entrare nel merito anche di quest'ultimo librino, stavolta firmato da Carla Benedetti e Giovanni Giovannetti e intitolato Frocio e basta (e pubblicato da Effigie, cioè da Giovannetti stesso) dove ci sono tutti gli ingredienti per cucinare la solita frittata: l'Eni, Mattei, Cefis, i servizi segreti, la Dc, l'appunto 21, stavolta con l'inserimento di un mistero intorno a Marcello Dell'Utri.
Cosa c'era nell'appunto 21? Nessuno lo sa, probabilmente non è mai esistito. La logica è la stessa degli avvistamenti ufologici, e funziona così: vedono un Ufo, che per definizione è appunto un Unidentified Flight Object, per cui un fenomeno atmosferico, un pallone aerostatico, un miraggio, un colpo di sole, una sbornia da smaltire, e scelgono la soluzione scientificamente più improbabile: è un disco volante. Sostituite all'appunto 21 di Petrolio l'Area 51 e noterete tutte le somiglianze. Chiunque provi a contrastarli sul piano delle prove, c'è sempre qualcosa che non torna. A cominciare da voi: se non siete d'accordo fate parte del complotto in cui c'entrano la Cia, l'Fbi, la Nasa, le multinazionali; e se negate ne siete pedine inconsapevoli. Così Pasolini è diventato il nostro Ufo.
Tuttavia, essendo in Italia, aver reso Pasolini un E.T. non basta, e viene declinato in una variante morale cristologica: è morto per noi. Difatti più che le opere, di Pasolini si ricordano le profezie: Pasolini aveva previsto, Pasolini aveva avvertito, Pasolini aveva scoperto. Non si contano le sette dei credenti pasoliniani, è una specie di scientology di noia catacombale e catatonica. Nella fattispecie la pasolinology dei benedettini di Carla Benedetti si riunisce nel Primo Amore, una rivista che sembra l'avanguardia scapigliata del Vaticano e dei boy scout più peripatetici: organizzano marce per la pace, contro la cattiveria, per la bontà.
Ma poiché sono comunque italiani non basta: oltre a essere ufologi teologici, hanno il vizio italiano di credere di rendere onore a Pasolini riducendolo a uno scopritore di scandali politici e finanziari, come se fosse stato solo un anticipatore di Beppe Grillo. Sono i primi a voler oscurare la parte sessuale, carnale di Pasolini, che fra l'altro era la più interessante. C'era ma non c'entra niente, erano fatti suoi, è solo una scusa. Fu espulso dal Pci per la sua omosessualità e continua a essere espulso dai seguaci postmarxisti di pasolinology. Il corpo di Pasolini al massimo è usato come corpo martoriato, da ostentare per denunciare le colpe dei suoi oscuri assassini. Peccato non sia morto crocifisso, era perfetto, ma anche schiacciato da una macchina fa il suo effetto.
È un triste destino quello di Pasolini ridotto a santino: più la sua opera viene reputata politicamente interessante, più diventa artisticamente nulla. Non si cita mai un solo romanzo, non è come Proust, come Flaubert, come Shakespeare, come Joyce: di Pasolini si cita ciò che lui sapeva, quindi Petrolio, e in particolare le pagine sparite, al massimo i suoi editoriali, le sue frasi. E sapeva in un modo inventato da Pasolini e molto in voga in Italia, quello del celebre editoriale dell'io so. Che significa io so, ma non ho le prove. Cioè: io so, pur senza sapere un cazzo.
Slogan di grande successo in un Paese poco incline alle verifiche e molto alla fede superficiale, uno come Ingroia ci ha intitolato perfino il suo libro: Io so. E quindi, chi ha ucciso Pasolini? Su una cosa mi hanno convinto: Pasolini non l'ha ucciso Pelosi. L'hanno ucciso loro.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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