Una ricerca scagiona il marito Paolo Orsini. Lei era malata

Una ricerca scagiona il marito Paolo Orsini. Lei era malata

A scagionare Paolo Giordano I Orsini, duca di Bracciano, a cui Isabella andò in moglie quando aveva ancora solo sette anni, è una ricerca di Elisabetta Mori, archivista dell’Archivio storico Capitolino di Roma che da circa vent’anni studia la figura di Isabella de’ Medici. Fino a oggi su di lei si avevano informazioni molto confuse: soprattutto nell’Ottocento e all’inizio del Novecento anche Isabella era rimasta vittima della cosiddetta «leggenda nera» di Casa Medici, secondo cui il 16 luglio 1576 la nobildonna sarebbe stata uccisa dal marito per motivi d’onore, esasperato dai suoi tradimenti. Per ribaltare questa diceria popolare - che vantava anche risvolti diplomatici strumentali - Elisabetta Mori ha appena pubblicato il libro dal titolo L’onore perduto di Isabella de’ Medici (Garzanti, pagg. 432, euro 25).
Una delle tesi proposte dalla studiosa romana è che la figlia di Cosimo I ed Eleonora di Toledo si spense perché affetta da «oppilatione», ovvero un «intasamento» delle vie biliari (ma anche urinarie e intestinali). Insomma, a soli 34 anni, la sorella di due granduchi (Francesco I e Ferdinando I) scomparve per cause naturali e non per mano del marito che, al contrario, si dimostrò sempre innamoratissimo di lei, come dimostrano i documenti originali rintracciati dalla studiosa, a cominciare dalle lettere d’amore tra i due sposi.
Il libro di Mori è molto importante nella sterminata bibliografia medicea, soprattutto per le novità che contiene. Per secoli gli storici hanno dipinto Isabella de’ Medici come una donna priva di freni morali e dedita a «illecite passioni», giustificate soltanto dalla scarsa considerazione che il marito Paolo Giordano Orsini avrebbe avuto di lei. Tanto che alla fine lui, dopo essersi macchiato di molti altri delitti, l’avrebbe uccisa. Quella di Isabella e Paolo Giordano, rampolli di due grandi casate italiane, sostiene Mori, è una delle più sanguinose «leggende nere» del nostro Rinascimento. Ma leggenda, appunto, non storia.


La tragica morte di Isabella ha ispirato, nel corso dei secoli, scrittori, poeti e scienziati, dall’elisabettiano Webster, che scrisse la tragedia The White Devil, al romantico Dumas, da Domenico Guerrazzi che dedicò un romanzo storico alla sua figura a Gaetano Pieraccini. Ora è finalmente possibile riscoprire la verità e restituire a Isabella l’onore nascosto dietro troppe calunnie infondate.
Red Cult

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