Gioco di spie

Richard Sorge, la spia che ha vinto la seconda guerra mondiale

Al servizio dei nazisti con il marxismo nel cuore, Sorge rivelò ai generali di Mosca l'informazione strategica più importante, ma venne abbandonato e dimenticato dalla patria comunista che tanto amava

Richard Sorge, la spia che ha vinto la seconda guerra mondiale

Molti storici hanno sempre asserito, non a torto, come la Seconda guerra mondiale non sia stata vinta dalle armate composte da milioni di soldati, ma da pochi matematici e fisici. Uomini come Alan Turing, che decifrò il codice Enigma, o come Enrico Fermi e Robert Oppenheimer, che con i loro studi, consentirono lo sviluppo della prima bomba atomica.

Eppure, ci sono uomini che ancora più di loro hanno contribuito al conseguimento della vittoria. Sono le spie come Richard Sorge: l'uomo che rivelò una delle informazioni strategiche più essenziali di tutta la guerra.

Nato nel 1895 nell'estremità del Caucaso che si affaccia sul Mar Caspio, oggi Azerbaigian, al tempo parte della Russia imperiale, crebbe a Berlino, con una madre russa e un padre tedesco. Nella Germania guglielmina condusse un’infanzia tranquilla e retta, tipica della di quella borghesia fin de siècle. Si tratti di un semplice caso o di quell’indole che si passa attraverso la genetica, si scoprirà idealista e patriota, tanto da attendere la maggiore età con impazienza per arruolarsi volontario e raggiungere le tempeste d’acciaio della Grande Guerra col 3º reggimento artiglieria della Guardia. Tornerà ferito, nell’animo e nel corpo. Durante l’offensiva del 1916 sul fronte occidente, viene investito dallo scoppio di uno shrapnel che lo costringerà ad una lunga degenza. Le sfere di piombo gli amputano tre dita e spezzano entrambe le gambe al punto da renderlo claudicante a vita. Ma non è quello il trauma peggiore: il giovane Richard Sorge è rimasto profondamente turbato dall’ignobile destino di milioni di giovani che spinti dal patriottismo, partirono a caccia di epiche avventure trovando solo la morte nell’impietoso fango della terra di nessuno.

Deluso ma sopravvissuto, con una croce di cavaliere di seconda classe come encomio e il grado di caporale, al suo ritorno da reduce in quella Germania umiliata dalla sconfitta, agli ideali nazionalisti che gonfieranno le fila di Hitler preferisce gli ideali internazionalisti degli spartachisti di Karl Liebknecht e Rosa Luxemburg. Legge e si appassiona agli scritti del filosofo ed economista Karl Marx, del quale il fratello di suo nonno è stato collaboratore, oltre ad essere stato segretario della Prima Internazionale. Ed è qui che entra in ballo la scelta: indole o semplice caso? Ogni uomo e donna scelgano la propria risposta.

Diventa comunista, pronto a offrire spirito e corpo all’Unione Sovietica nata sulle ceneri dell’impero degli zar. Mosca lo accetterà, assoldandolo prima come agente dell’apparato d’intelligence del Komintern, poi come spia per il servizio informazioni dell’Armata Rossa, quello che oggi è noto con l'acronimo GRU.

Un "giornalista" nazista a caccia di segreti

Con lo pseudonimo di R. Sonter e la copertura di giornalista, l’agente Sorge viene inviato in Inghilterra, Svezia e Danimarca. La sua missione è quella di tastare il terreno per valutare se l’insorgere di rivolte comuniste potrebbero condurre nuovi Paesi sulla via di Mosca.

In seguito, gli viene affidato il compito più pericoloso per la sua reale identità: deve tornare a Berlino e infiltrarsi nel Partito Nazionalsocialista e rche appresenta l’antitesi degli ideali che spronano il giovane Sorge a rischiare la sua vita per la causa comunista. L'uomo si stabilisce con successo nella redazione del quotidiano Getreide Zeitung, ma la sua presenza viene richiesta in Cina, dove il Kuomintang di Chiang Kai-Shek contrasta l’esercito comunista di Mao Tse-Tung. Con la nuova identità di Ramsay opera tra Nanchino e Shanghai e stabilisce una rete informativa degna di nota, che vanta la fiducia delle autorità consolari tedesche e che spingerà i servizi segreti sovietici ad affidargli una nuova impegnativa missione: stabilire una rete spionistica in Giappone. Sarà nella Tokyo dell’imperatore Hirohito che Sorge apprenderà i segreti del nemico.

Sbarcato nell'"Impero dove nasceva il sole", si spaccia per un fervente nazista e inizia a collaborare con diversi quotidiani, compresa la rivista filo-nazista Geopolitik, e stringe una forte amicizia con Ozaki Hotsumi, intimo del primo ministro giapponese Fumimaro Konoe. Il suo obiettivo è accedere all’ambasciata del Terzo Reich per entrare in possesso di quante più informazioni possibili. Grazie alla raccomandazione dell’attaché militare tedesco Eugen Ott del quale si è accaparrato la simpatia, potrà muoversi nei palazzi del potere che hanno scelto di siglare l’Asse Roma-Berlino-Tokyo.

La spia migliore di Stalin

Al Cremlino sono tutti estremamente preoccupati per politica espansionista del Giappone, che potrebbe arrivare a lambire i confini orientali della Russia. Una pedina come l’affascinante ed enigmatico Sorge può rivelarsi non soltanto “utile”, ma addirittura fondamentale, specialmente quando il "giornalista" - descritto nei cablo dell’atteché di Berlino come un "fine conoscitore delle questioni giapponesi" - viene convocato dall’ambasciata del Reich per ricoprire il ruolo di addetto stampa.

In questa posizione, Sorge non solo può veicolare informazioni a Berlino, ma può ascoltare le informazioni che provengono dalla Cancelleria dove Adolf Hitler pianifica le sue manovre di guerra. Nella primavera del 1941, Richard Sorge fa pervenire a Mosca la copia di un telegramma firmato dal ministro degli esteri tedesco Joachim Von Ribbentrop dove si fa riferimento a un "inevitabile attacco all’URSS". Erano coinvolte 190 divisioni già ammassate lungo quello che sarebbe diventato il disastroso il fronte orientale. L’attacco era previsto per la metà di giugno (il ritardo fu dovuto alla punizione che Hitler volle infliggere alla Jugoslavia, ndr). Una simile informazione avrebbe dato a Stalin la possibilità di mobilitare la mastodontica Armata Rossa per tempo, cosa che avrebbe consentito a Mosca di respingere con vigore le divisioni della Wehrmacht. Ma alla preziosa informazione della spia di Tokyo non viene dato credito. Stalin e i suoi consiglieri sono ancora convinti della solidità del patto Molotov-Ribbentrop. Il telegramma tuttavia terminava con le parole: “Non ci saranno né ultimatum né dichiarazioni di guerra; l'esercito russo dovrà crollare e il regime sovietico cadrà entro due mesi”. Conosciamo tutti la prosecuzione della storia.

Una spia alla quale non viene creduto, le cui informazioni vengono sottovalutate se non addirittura ignorate, subisce spesso un trauma professionale, se non una profonda delusione nell'ideale. Ma Sorge non si scoraggia, e anzi, continua a svolgere la sua missione. E per la seconda volta, entra in possesso di un segreto fondamentale per le sorti del fronte dove l’Armata Rossa ha già mandato al sacrificio milioni di uomini. Il suo collega Osaki ha appreso da fonti di alto livello che l’esercito giapponese non intende attaccare l’Unione Sovietica. I generali dell’esercito imperiale sono troppo impegnati nell’occupazione dell’Indocina francese e guardano agli Stati Uniti come avversario principale.

Questa informazione fondamentale consente ai generali di Stalin - che questa volta concede il suo benestare alla spia che era venuta dalla Germania - di smobilitare le divisioni che sono schierate in Siberia e Mongolia, per rinforzare il fronte europeo nel rigido inverno che sta già mettendo a dura prova le armate tedesche. Hitler ha di fatto perso la guerra. Sorge invece, verrà arrestato nell'ottobre del 1941 dal Kempeitai - la polizia militare nipponica - perché sospettato di spionaggio.

L'oblio di un eroe da dimenticare

Rinchiuso nel carcere di Sugamo, Richard Sorge viene condannato a morte per impiccagione. Verrà giustiziato in una grigia mattina del novembre 1944 insieme a Ozaki Hotsumi, l’uomo che gli aveva rivelato una delle informazioni più preziose della guerra. A Mosca nessuno muoverà un dito. La sua storia verrà nascosta al popolo per non mettere in imbarazzo Stalin e gli strateghi del Cremlino. Coloro che, ignorando l’informazione di Sorge, avevano mandato a morire milioni di russi consentendo ai nazisti di radere al suolo Stalingrado, quando potevano essere fermati molto prima.

La spia disconosciuta dai comunisti e non meno dai nazisti, l’affascinante idealista che si era messo a disposizione dei sovietici tradendo la patria per la quale era partito volontario nella Grande Guerra, verrà dimenticato dal mondo. Solo negli anni successivi al conflitto - quando l’Unione Sovietica dovrà rispolverare i suoi miti per contrapporli a quelli del suo nuovo avversario, gli Stati Uniti - Sorge verrà riconosciuto ufficialmente come una spia del GRU. Come un valoroso soldato del popolo meritevole dell'onorificenza di Eroe dell'Unione Sovietica. Passata la destalinizzazione, la Pravda scrisse di lui: "Numerose circostanze impedirono che si dicesse prima tutta la verità sulle imprese immortali dell’agente di intelligence Richard Sorge e dei suoi compagni. L’ora è venuta di parlare dell’uomo il cui nome sarà per le generazioni future un simbolo di dedizione alla grande causa della lotta per la pace, un simbolo di coraggio ed eroismo".

Fino ad allora, a non dimenticare l’uomo che aveva salvato l'Urss dalla sconfitta, cambiando senza dubbio il corso della Storia, era rimasta solo Hanako Ishii, l'amante giapponese che non smise mai di fare visita sulla sua tomba. Pare abbia continuato fino al sopraggiungere della sua morte, nel primo anno del nuovo millennio. Il giovane Richard Sorge, la spia con Marx e Lenin sul cuore, era del resto sempre piaciuto molto alle donne e ha saputo farsi amare. Possiamo vederlo come un cliché se volete. Qualcosa che non di rado appartiene alle spie.

O forse come una ricompensa, per il coraggio che mostrano in vita.

Commenti