Cultura e Spettacoli

"Ricorda il 5 novembre": la congiura e la V di vendetta

La congiura delle polveri di Guy Fawkes, il fumetto che ha ispirato il cult movie "V per Vendetta", e un futuro distopico che ci riporta a un inquietante e "complottistico" presente

"Ricorda il 5 novembre": la congiura e la V di vendetta

Il 5 novembre è l'anniversario della Congiura delle Polveri. Il giorno in cui Guy Fawkes, cospiratore inglese e cattolico, attentò alla vita del il re protestante Giacomo Stuart, quinto re di Scozia e primo d’Inghilterra, nel 1605.

Il piano della compagine di Fawkes era quello di far saltare in aria la Camera dei Lord imbottendo la cantina adiacente le fondamenta del palazzo del Parlamento con 36 barili colmi di polvere da sparo. Questo per poi sostituire il defunto e dispotico Giacomo con sua figlia Elisabetta: auspicando una reggenza con simpatie cattoliche. Giacomo I era stato indicato come successore al trono d’Inghilterra da Elisabetta I Tudor, la stessa regina che fece decapitare la madre del futuro re, Maria Stuarda, poiché anche lei considerata una pericolosa cospiratrice cattolica. Priva di eredi, Elisabetta lo investì del titolo mentre giaceva sul letto di morte. Ma l’erede di sangue Stuart, per quanto intelligente e colto, non era adatto a sedere sul trono di un paese del quale non aveva minimamente percepito i mutamenti sociali.

Se il complotto fosse andato a segno, i congiurati condotti da Fawkes, un ex soldato che aveva servito nella guerra degli ottant’anni maturando una certa esperienza con gli esplosivi, avrebbero eliminato in un unico colpo l’intera classe politica del regno. Ma il complotto fallì. Un drappello di poliziotti agli ordini sir Thomas Knevytt irruppero nella cantina dopo essere stati allertati da una denuncia anonima, fermando Fawkes proprio mentre apprestava a dare fuoco alle polveri. Condotto dinnanzi al re Giacomo I, questi volle in sua presenza autorizzare all’uso della tortura graduale, sfoggiando la sua squisita cultura attraverso l’uso della formula latina: "Et sic per gradus ad ima tenditur" (E così, di passo in passo, sino alle forme più estreme, ndr). Verrà portato nella Torre di Londra, dove il conte di Salisbury, prendendo in parola il re, fece zelante sfoggio delle pratiche di tortura di moda e quei tempi. Tutto pur di farlo confessare e costringerlo a svelare tutti i suoi complici, compreso i vero ideatore della congiura, Robert Catesby. Firmata la confessione il 10 novembre, sarà impiccato insieme ai suoi complici a Westminster il 31 gennaio.

È da lì in poi che il ricordo del 5 novembre iniziò ad essere tramandato come la giornata in cui bruciare fantocci e schernire i congiurati del re con delle sinistre filastrocche.

Questa è la storia. Ma noi, non essendo inglesi, possiamo tranquillamente confessare che rimembriamo questa data anche solo per merito del personaggio uscito dalla penna di Alan Moore e dalla matita di David Lloy: il V di V for Vendetta. L’eroe anarchico e virtuoso dalla cultura invidiabile e la dialettica affascinante, che indossando una maschera da Guy Fawkes attenta ad un dispotico regime totalitario in un futuro fantapolitico di stampo orwelliano, date le non poche similitudini con il romanzo 1984.

In una Gran Bretagna futuristica e distopica riunita sotto il nome di Interlink, un regime dittatoriale e profondamente religioso ha raggiunto il potere parafrasando l’ascesa del nazismo per osteggiare con fermezza un’incerta situazione politica derivata da un’ipotetica terza guerra mondiale - e nucleare - condotta e combattuta sul suolo degli Stati Uniti, che ha provocato gravi conseguenze nel Nuovo e nel Vecchio continente.

Tutti i mezzi di comunicazione e di informazione dell'Interlink sottoposti all’incessante censura,e alla ponderata macchinazione del governo che controlla ogni tipo di notizia. I corpi di polizia segreta comandata dallo stesso e unico partito esistente, internano dissidenti in campi di concentramento. Il monitoraggio dei cittadini da parte di telecamere e intercettazioni ambientali è costante e vige un coprifuoco da non violare per nessun motivo. Il tutto in un clima di discriminazioni razziali e omofobe, diocesi occultatrici di pedofilia e una strategia della tensione istaurata mediante attentati cospirati dalle alte cariche dello Stato - compresa la sperimentazione di agenti patogeni e virus per terrorizzare la popolazione e rafforzare l’adesione al partito.

A rileggerlo parrebbe di notare delle assonanze con le letture più estreme che vengono date ad alcune politiche che ci circondano. Ma sarebbe meglio non badarci in questo 5 novembre.

Nella storia compare così una vittima che si rende carnefice dell’abominevole dittatura che ormai vede i cittadini in preda alle paure sottostare passivamente ad ogni imposizione. Ispirandosi al Guy Fawkes, l'uomo che si fa chiamare V indossa l’iconica maschera, e nella devota ricerca di giustizia fa saltare in aria il parlamento di Londra mentre risuona l'ouverture di Čajkovskij. Svelando le verità nascoste alle "masse" ed eliminando uno dopo l'altro i vertici del partito, compreso l’alto cancelliere, causerà un effetto domino che culmina nella tanto inneggiata rivoluzione anarchica che, senza svelare l’incerto lieto fine, scoppia il 5 novembre. Nonostante la morte sacrificale del suo istigatore. Perché citando Thomas Jefferson: “Non sono i popoli a dovere aver paura dei propri governi, sono i governi che dovrebbero aver paura dei propri popoli”.

Ecco forse è questa “prospettiva”, parafrasando il protagonista, che tutt’oggi rende così famosa e simbolica le maschera di Fawkes disegnata per V for Vendetta. Un fumetto di 26 albi uscito a metà degli anni Ottanta, del quale poi produssero un film di pari fama se non maggiore. Spunti di storia e sociologia, comunicazione di massa e sofismi, ideali purissimi di libertà e uguaglianza mai raggiunti.

Da Occupy Wall Street a Piazza Tahrir, dagli hacker di Anonymus ai Noglobal, dai movimentisti di Black Lives Matters ai protagonisti delle ultime manifestazioni violente contro i lockdown che si stanno moltiplicando in Europa, quello che per molti è un semplice costume da indossare nell’Halloween che quest'anno non è stato "festeggiato" per gli altri è un simbolo rivoluzionario. Da paragonare alla nudità da sfoggiare con acconciature grunge dei figli dei fiori negli anni '60 o alle kefiah negli anni '70.

Certo non mancano le contraddizioni in termini per chi idolatra il 5 Novembre e V. I rivoluzionari del terzo millennio che adorano indossare le maschere più vendute su Amazon (al prezzo di soli 6 dollari), oltre ad arricchire una multinazionale americana che ne detiene i diritti d’immagine, sono prodotte in fabbriche di Paesi dove sicuramente non stanno vagliando l’introduzione dello statuto dei lavoratori, e che mettono all’opera spesso anche i bambini.

Da noi i bambini invece, o meglio nei paesi di tutto l’ex Commonwealth, in questo giorno sono soliti andare a spasso per le strade, ignorando ancora cosa sono stati i regimi totalitari e quali erano le loro mire; né conoscono l'identità dei coraggiosi congiurati, come il colonnello Von Stauffemberg fu per Hilter o Guy Fawkes per Giacomo Stuart - che su una vecchia pubblicazione dell’Harvard Gazette venne definito come “l’unico uomo ad essere entrato in Parlamento con buone intenzioni” -; recitanto una filastrocca che fa: "Remember, remember, the fifth of November, Gunpowder, treason and plot. I see no reason why Gunpowder treason Should ever be forgot!". Ecco, forse anche noi dovremmo ricordare.

Almeno per imparare dagli errori del passato, in vista della prospettiva che sembra riservarci il futuro.

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