Dal rigattiere di parole: "Compleanno"

Sorprende che una parola così diffusa e immediata nel suo significato sia in realtà un ingresso relativamente recente nella lingua italiana e che il suo uso sia stato autorevolmente osteggiato

Dal rigattiere di parole: "Compleanno"

Sorprende che una parola così diffusa e immediata nel suo significato sia in realtà un ingresso relativamente recente nella lingua italiana e che il suo uso sia stato autorevolmente osteggiato. Deriva dallo spagnolo “cumpleanos”, compiere l'anno, ed è giunta a noi nella seconda metà dell'Ottocento. Il Rigutini e Fanfani la bollava come “uno spagnolismo inutile”.

Pietro Fanfani, nel suo Lessico dell'infima e corrotta italianità, rincarava la dose: “E' vero che la voce è di uso comune: ma è pur vero che da non pochi la si pronunzia Compleannos per serbarle la sua origine. Noi dovremmo smetterla addirittura, pensando ch'è un residuo della nostra servitù. Giorno natalizio, Giorno genetliaco ci bastano”.

Dello stesso parere era Camillo Perricone-Siracusa, che nella sua Enciclopedia letteraria tascabile Bemporad comprendeva la parola “compleanno” nella lista dei vocaboli errati, da sostituire, appunto, con “giorno natalizio, genetliaco”. Sempre si conferma che nella lingua quello che vince è l'uso.

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