Dare dell'impronto a qualcuno, più che offenderlo, lo sorprenderebbe. Significa importuno, sfacciato, insistente, privo discrezione, molesto, specie nel chiedere; ma si tratta di un termine ormai raro, anche se a pieno titolo efficace.
Ancora in uso è il sostantivo improntitudine, dotato di una sua eleganza, che indica un'insistenza indelicata. La derivazione è latina, e delle varie etimologie proposte quella più convincente è del Pianigiani, che mette insieme il prefisso in- con significato intensivo e promptus, che significa spedito, sollecito, ardito, risoluto, audace (dal verbo promere= mettere avanti, esprimere).
Secca la definizione di impronto data dal Tommaseo: “Chi chiede troppo, bestia o uomo”. Molti dizionari dell'Ottocento registrano il proverbio: L'impronto vince l'avaro, e cioè insistendo si ottiene ciò che prima era negato (ovvero, all'esasperazione cede anche il denaro).
Sempre moraleggiante (e attualissimo) l'atteggiamento che il Rigutini e Fanfani sfoga nei suoi esempi: “La improntitudine dei partiti spesso rovina le cose”. Improntare è Apprestare, Rendere pronto. Solo lo Zingarelli riporta Improntatore: “Chi legge ed esegue musica senza preparazione”, ovvero improvvisatore. All'impronto vuol dire “a prima vista, in maniera estemporanea”.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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