Daily Table, il supermercato che sfida lo spreco senza mettere a rischio la salute

Negli Usa, Daily Table vende alimenti oltre la TMC ma sicuri, per aiutare chi è in difficoltà. Controlli severi e niente compromessi sulla salute: così si combatte lo spreco in modo etico e responsabile

Daily Table, il supermercato che sfida lo spreco senza mettere a rischio la salute
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Negli Stati Uniti esiste una catena di supermercati unica nel suo genere: Daily Table, fondata nel 2015 da Doug Rauch, ex presidente di Trader Joe’s. La sua missione è chiara: combattere lo spreco alimentare e al tempo stesso garantire l’accesso a cibo sano e sicuro per le fasce più vulnerabili della popolazione. Tuttavia, ciò che rende davvero particolare questa iniziativa è l’equilibrio delicato che riesce a mantenere tra solidarietà sociale e tutela della salute pubblica.
Daily Table propone in vendita alimenti che hanno superato la data indicata come “da consumarsi preferibilmente entro” (TMC), ma che secondo i rigorosi parametri della Food and Drug Administration (FDA) ,sono ancora perfettamente commestibili, controllati e non pericolosi.

Si tratta in prevalenza di prodotti secchi o confezionati come pasta, biscotti, cereali, conserve, spezie che hanno perso magari parte delle qualità organolettiche (sapore, consistenza), ma non presentano alcun rischio per la salute se conservati correttamente. La sicurezza alimentare è il pilastro fondamentale su cui si regge l’intero sistema. Ogni alimento, prima di finire sugli scaffali, viene sottoposto a una doppia verifica: da un lato, la selezione preventiva da parte dei fornitori, e dall’altro, il controllo sanitario effettuato al momento della ricezione nel punto vendita. Solo gli alimenti che superano entrambe le valutazioni possono essere messi in commercio. Al contrario, non viene mai accettato alcun alimento deperibile che abbia superato la data “use by”, quella che indica il limite oltre il quale il consumo può comportare un pericolo concreto per la salute del consumatore. L’esclusione rigorosa di questi prodotti non è negoziabile.

La salvaguardia della salute pubblica viene sempre prima, anche dell’obiettivo pur nobile di ridurre gli sprechi. Nei negozi Daily Table è possibile trovare anche pasti pronti, frutta e verdura fresche, pane appena sfornato, ma sempre in condizioni di assoluta sicurezza, garantita da processi di controllo stringenti e da una logistica attenta alla catena del freddo. Esperienze simili si stanno diffondendo anche in Europa, come dimostra la catena WeFood in Danimarca, che vende prodotti non più commerciabili nei canali tradizionali a causa di confezioni danneggiate o scadenze vicine. Anche in questo caso, la vendita di cibo deperibile scaduto è severamente vietata e ogni articolo è sottoposto a verifiche dettagliate.

In Italia, la normativa vigente vieta espressamente la vendita di prodotti deperibili dopo la data di scadenza. Alcuni supermercati propongono sconti sui prodotti prossimi alla scadenza, ma ogni operazione deve avvenire nel rispetto delle leggi sanitarie e della responsabilità verso i consumatori. In passato, episodi di vendita illegale di cibo mal conservato o scaduto hanno portato a sequestri e pesanti sanzioni, confermando quanto sia fondamentale non abbassare mai la guardia quando si parla di sicurezza alimentare.

Il caso Daily Table dimostra che si può intervenire in modo intelligente contro lo spreco, ma senza mai compromettere la salute pubblica. In un mondo in cui si stima che tra il 30% e il 40% del cibo prodotto venga sprecato ogni anno (secondo i dati dell’USDA), trovare soluzioni alternative è urgente. Tuttavia, non basta il buon senso o la buona fede: servono regole chiare, controlli rigorosi e responsabilità scientifica.

È importante ricordare che non tutti i cibi scaduti sono pericolosi, ma non tutti sono sicuri. La differenza la fanno le condizioni di conservazione, il tipo di prodotto, e soprattutto i controlli. Il cibo non diventa pericoloso automaticamente alla mezzanotte della data stampata, ma può diventarlo se viene conservato male o se appartiene a categorie ad alto rischio microbiologico.
La sfida, quindi, non è solo ridurre gli sprechi: è ridurli in modo sicuro, responsabile e trasparente.

Ogni iniziativa in questo campo deve avere come principio non negoziabile la tutela della salute dei

consumatori. Perché combattere lo spreco è un atto etico, ma lo è ancora di più proteggere la vita e la salute delle persone. E solo quando questi due valori camminano insieme, il cambiamento può dirsi davvero sostenibile.

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