Impossibile non rimanere subito «implicati» nella trama del nuovo romanzo Il Cerchio di Dave Eggers (Mondadori, pagg. 480, euro 20; traduzione di Vincenzo Mantovani): lo scrittore e sceneggiatore americano ci racconta un futuro non troppo lontano in cui a dominare è una dittatura invisibile, una democrazia che in nome della trasparenza e del politically correct si pone come scopo di regalare la Verità.
Il Cerchio , pubblicato l'anno scorso negli Stati Uniti, è stato subito paragonato a 1984 , il libro di George Orwell che nel 1948 immagina un Grande Fratello capace di spiarci in ogni nostra azione. Eggers, invece, immagina che tutti i grandi gruppi che dominano oggi Internet - da Facebook a Twitter, da Google a Pay Pal - siano stati acquistati da un'unica grande società: il Cerchio. Attraverso gli occhi di una neo-assunta scopriamo tutti i segreti di questa industria: la protagonista Mae Holland, ventenne appena laureata, inizia come semplice impiegata all'assistenza clienti, ma in breve si trova a scalare i vertici dirigenziali carpendone i segreti più nascosti. Il Cerchio gestisce oltre due miliardi di persone iscritte a questo social network che, attraverso l'applicazione gratuita TruYou, possono accedere a qualsiasi servizio: anagrafico, sanitario, commerciale, di intrattenimento, di relazioni, di comunicazioni. Non esiste il dubbio sulla violazione della privacy perché il Cerchio si fonda esattamente su questo principio: eliminando la privacy ognuno la garantisce. Perché «Tutto quello che succede deve essere conosciuto», perché «La privacy è un furto», «I segreti sono bugie» e «Tutto deve essere trasparente», tutto deve diventare di dominio pubblico. Grazie a una microscopica telecamera innovativa - a portata di ogni tasca, ma con milioni di pixel di risoluzione, ovviamente a forma di cerchio - che ogni utente può installare ovunque sia legale, in casa propria come all'esterno, per prevenire incidenti, rapimenti, incendi, calamità naturali. Ognuno è rintracciabile: sempre. Live. 24 ore su 24.
Il Cerchio, tra i più importanti finanziatori del Congresso degli Stati Uniti, riesce a estendere l'idea anche ai politici: perché un deputato, votato dai cittadini, se è davvero trasparente e onesto, dovrebbe nascondersi? Gli utenti del Cerchio non sembrano particolarmente preoccupati, tanto che la maggior parte inizia a utilizzare anche una telecamera da polso che ne monitora la vita, e la salute, 24 ore su 24.
Questa, però, è soltanto la prima delle tre parti che costituiscono il romanzo. Seguiranno pagine di sorprendenti scoperte, raccontate con stile adrenalinico, fino al clamoroso finale (che, però, lascia intuire un sequel).
L'insolito è che i critici continuino a paragonare Eggers a Orwell. In tutte le interviste il giovane scrittore americano non manca di dichiarare di amare molto 1984 («Lo rileggo ogni cinque anni», The New Yorker ) ma anche di non essersi ispirato per niente al libro. E, infatti, Dave Eggers non ha scritto un 1984 postmoderno: non ha fatto altro, invece, che mutuare le idee di altri due grandissimi scrittori. Negli Stati Uniti l'inserto letterario del New York Times ha evidenziato le analogie con il filosofo francese Foucault: «Il Cerchio evoca la circolarità della struttura panoptica immaginata da Foucault in un regime di sorveglianza perfetta, fondato cioè sul perenne controllo reciproco, assicurato oggi da quel desiderio di visibilità alla base dell'uso dei social network che tende ad abbattere i confini tra pubblico e privato». Peccato che nessuno abbia sottolineato che l'idea del Cerchio nasca da Ralph Waldo Emerson e che lo stesso Eggers si sia sempre dichiarato emersoniano nella self-reliance , ossia nelle possibilità dell'uomo di credere in se stesso senza nessuna riserva. Concetto che Emerson ha così espresso: «La sola cosa che noi ricerchiamo con insaziabile desiderio è dimenticare noi stessi, perdere la nostra sempiterna memoria e fare qualcosa senza sapere come o perché: in breve, tracciare un nuovo cerchio». Frase tratta dal libro del grande scrittore e filosofo americano di metà Ottocento, intitolato, guarda caso, Il cerchio e altri saggi .
Senza nulla togliere alla lettura del romanzo chiudiamo quello che è il vero cerchio. Eggers non si è ispirato a Orwell, ma a Il mondo nuovo di Aldous Huxley. Huxley, nel 1932, quasi vent'anni prima di Orwell (che tra l'altro fu suo allievo di Letteratura inglese) immagina una società in cui non c'è un Grande Fratello a guardare noi, ma siamo noi a guardare lui. Oggi nessuno ci costringe con una pistola alla tempia a iscriverci a Facebook o a Twitter, siamo noi che scegliamo liberamente di farlo. Huxley immagina un mondo dove non ci schiavizzano attraverso le punizioni, come in Orwell, ma attraverso i divertimenti (come in Eggers), dove non ci sono dittatori, ma dove siamo talmente liberi da limitare la nostra stessa libertà (come in Eggers).
Ed è lo stesso Eggers, a scrivere che «Se ci fossero oppressori tutto sarebbe più facile da capire. Qui, però, non ci sono oppressori. Nessuno ti obbliga a fare niente. Te li lasci mettere spontaneamente, questi lacci». Esattamente come Huxley e come la nostra realtà. E ispirandosi ancora a Huxley, scrive: «Questa è la cosa più terrificante. Individualmente voi non sapete quello che fate collettivamente». Con quest'ultima frase si chiude Il Cerchio , che per fortuna rimane ancora straordinariamente aperto per i lettori. Un libro sconvolgente perché si comprende come il vero pericolo di Internet non stia tanto nel controllo, ma nel non farci capire che più il lontano si avvicina più il vicino si allontana.
Con il web possiamo sapere tutto degli usi e dei costumi dei tartari calmucchi, ma magari ignoriamo addirittura il nome del nostro vicino di casa. E allora «Stay Human», «Rimani umano», come Dave Eggers autografa le copie di questo romanzo destinato a rimanere nella storia.Twitter: @gianpaoloserino
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