Sulla «Notte dei lunghi coltelli» si sono scritti fiumi di inchiostro, e la vicenda è assai nota. La riassumo perciò brevissimamente.
Tutto accade la notte (anzi, per la verità all’alba) tra il 29 e il 30 giugno 1934, quando, in una placida stazione termale della Baviera, Bad Wiessee, un drappello di SS, guidate da Hitler in persona, fa irruzione in un albergo (la Pension Hanselbauer), sorprendendo nel sonno il nucleo dirigente delle SA, Röhm compreso. Tutti vengono arrestati, condotti nel vicino carcere di Stadelheim e in seguito giustiziati (Röhm sarà ucciso il 2 luglio dalle SS Eicke e Lippert, con due colpi di pistola).
Come si diceva, la lettura in chiave omosessuale dell’episodio ha a lungo prevalso, complici alcune rappresentazioni superficiali e affrettate, o drammatizzazioni estetizzanti: è il caso del celebre film di Luchino Visconti, La caduta degli dei, nel quale il regista ci mostra – all’interno dell’albergo – un cumulo di corpi nudi e sanguinanti, insinuando, per usare un eufemismo, che il massacro si fosse consumato mentre le vittime erano state sorprese nel pieno di un’orgia.
In realtà sappiamo che non è affatto così. Le SA furono sì sorprese, ma ciascuno a dormire nel proprio letto, con la sola eccezione del già menzionato Obergruppenführer Heines (che da militante dei Freikorps era stato coinvolto nell’omicidio di Walter Rathenau), trovato anche lui a letto, ma avvinghiato a un giovane biondino.
Certamente la vulgata gay della vicenda nasce in seno allo stesso regime nazista: la strage viene infatti giustificata proprio con la necessità di porre fine a uno scandalo in seno al partito e ai suoi organi collaterali. È lo stesso Hitler a ufficializzare questa tesi in un discorso radiofonico del 13 luglio: «Nelle SA avevano cominciato a formarsi dei settori che costituivano il nodo di una congiura contro la concezione normale di una nazione sana e contro la sicurezza dello Stato. Abbiamo potuto constatare che queste persone sono state arruolate nelle SA per la semplice ragione che appartenevano al cenacolo delle inclinazioni particolari […] Ho dato ordine di fucilare i principali colpevoli di questo tradimento e di cauterizzare gli ascessi del nostro avvelenamento interiore e dell’avvelenamento straniero, fino a bruciare la carne viva […] Ero responsabile della nazione tedesca e, di conseguenza, per ventiquattro ore sono stato io, da solo, il giustiziere supremo del popolo tedesco».
E lo stesso tema è ripreso in una nota ufficiale del partito nelle ore successive all’evento: «L’operazione di questi arresti offre moralmente delle immagini così desolanti che ogni traccia di commiserazione dovrebbe scomparire […] Alcuni di questi capi delle SA si erano offerti come “ragazzi d’appuntamento”. Uno di loro [il riferimento è a Heines] è stato sorpreso in quella situazione disgustante ed è stato messo in prigione. Il Führer diede ordine di sterminare una simile peste. Per il futuro non permetterà più che milioni di persone oneste possano venire importunate e compromesse da esseri anormali […] A mezzogiorno in punto il Führer ha pronunciato, davanti ai principali capi SA riuniti a Monaco, un discorso nel quale ha fatto valere la sua indefettibile alleanza con le SA, ma nello stesso tempo ha proclamato la sua determinazione di sterminare e annientare i soggetti indisciplinati e disobbedienti, così come gli elementi asociali e morbosi».
Vero è che le SA, a cominciare dal loro leader, non avevano mai fatto nulla per celare la loro condizione «anormale», anzi.
Come detto, infatti, non ha certamente mai nascosto le sue inclinazioni il Capo di Stato maggiore Ernst Röhm, l’uomo forse più importante nella fondazione del partito nazionalsocialista, sicuramente il più importante alleato di Hitler, da cui si distaccò solo nel 1928, non condividendo la tattica di conquista legale del potere perseguita dal Führer, né la sua politica autocratica, volta al controllo totale del partito. Anche per questi motivi, lo abbiamo visto, Röhm lasciò i suoi incarichi in seno al NSDAP e alle SA e emigrò in Bolivia per intraprendere l’attività di istruttore militare.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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