«Nerone? Fu ingiustamente odiato dai buoni, dai cristiani. La sua grandezza è stata cancellata dalla storia». Pietrangelo Buttafuoco, firma del «Foglio» e scrittore (il suo ultimo romanzo-memoir è «Il Dolore pazzo dell'amore» edito da Bompiani), ci parla della piéce «Nerone, duemila anni di calunnie» che sta scrivendo con Edoardo Sylos Labini, e che andrà in scena in ottobre al teatro Manzoni di Milano. Lo spettacolo è tratto dalla biografia di Nerone scritta da Massimo Fini (ed edita da Marsilio). Fini disegna un ritratto di Nerone all'opposto rispetto alla vulgata: non pazzo irresponsabile, ma grande innovatore. «La parte che più mi interessa - dice Buttafuoco - è la contraddizione: l'emblema del male che nasconde, invece, la grandezza. Ma una chiave di lettura interessante è anche il rapporto tra politica e cultura. Nerone fu sovrano e artista. Il politico dovrebbe custodire il bello. Conservare e investire in bellezza significa costringere il male a dileguarsi. Perché il male si accompagna sempre al brutto.
A esempio, ci sono luoghi inaccessibili al male della criminalità in virtù della loro bellezza. Il male invece mette radici nell'incuria. Basta pensare a cosa accadde quando furono abbandonati i centri storici di città meravigliose, struggenti come Palermo o Trapani o Siracusa».- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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