Cultura e Spettacoli

Peter James: "Scrivo con occhi da poliziotto"

Il maestro inglese del noir spiega la sua passione per i particolari. E l'amore per Brighton, città del crimine

Peter James: "Scrivo con occhi da poliziotto"

Da un decennio Peter James è lo scrittore di noir più letto in Inghilterra grazie alla serie di romanzi con il detective Roy Grace. Sua madre fu a lungo la guantaia della regina Elisabetta e lui ha lavorato a Hollywood come sceneggiatore e produttore al fianco di Robert De Niro, Sharon Stone, Al Pacino e Michael Caine prima di iniziare a scrivere. Il suo più recente romanzo edito in Italia è Voglio la tua morte (Longanesi) ed è ispirato a due reali casi di stalking accaduti nel Sussex. James confessa di aver progettato la carriera di scrittore dopo aver letto le storie di Arthur Conan Doyle. «Ricordo il primo racconto che ho letto, in cui Sherlock Holmes rivelava a Watson che con certezza poteva dimostrare da che parte era situata la finestra della stanza da bagno di una persona sospetta... Mi dissi che anch'io dovevo inventare un personaggio che avesse un grande occhio per i dettagli».

Un altro libro che le ha cambiato la vita è stato La roccia di Brighton di Graham Greene...

«Avevo 14 anni quando lo lessi. Con quel romanzo Greene infranse tutte le “regole” della letteratura poliziesca inglese della Golden Age, quelle stabilite da Agatha Christie e Dorothy L. Sayers. Fino ad allora la struttura del romanzo poliziesco britannico prevedeva la presenza di un cadavere nel primo capitolo e il resto del libro era una sorta di puzzle che permetteva di risolvere il delitto. Il libro di Greene è al contempo un thriller e un crime novel . La presenza della polizia è marginale, non c'è un detective che risolve il caso in maniera ordinata e precisa, e la storia è quasi interamente raccontata attraverso gli occhi dei cattivi e di due donne che credono di poterli riscattare».

Lei ha sperimentato vari generi di suspense.

«Nel 1977 lessi un articolo del Times in cui si sosteneva che c'era carenza di thriller di spionaggio. Così pensai di scriverne uno. Si intitolava Dead Letter Drop ma non era un granché. Dopo altri due tentativi ho poi realizzato un thriller soprannaturale, Possession , che ha avuto enorme successo. I miei editori volevano che continuassi su quella scia e che vestissi i panni dello scrittore horror. Mi ci sono voluti anni per scrollarmi di dosso quella definizione e iniziare finalmente a scrivere i romanzi polizieschi che volevo».

Perché ama il noir?

«Sono affascinato dalla natura umana. Mi chiedo sempre perché ci comportiamo in un certo modo e penso che il punto d'osservazione migliore per osservare il mondo siano gli occhi della polizia. Durante una carriera nelle forze di polizia l'ufficiale medio vede quasi ogni aspetto della condizione umana, dalla violenza alla tragedia e alla commedia. Osserva la ricchezza e la povertà, indaga sulla brava gente e sulle persone totalmente malvage. E molti dei più grandi scrittori del passato hanno affrontato il “genere crimine”. Oltre metà delle opere di Shakespeare sono ambientate sulla scena di un delitto. Delitto e castigo di Dostoevskij è un perfetto crime novel . Ma anche la tragedia greca di Sofocle parla di crimini. Persino Charles Dickens prediligeva quel genere di storie. Tutti questi scrittori sono sempre stati affascinati dal lato oscuro della natura umana. Scrivere noir mi permette di fare ciò che amo di più. Esaminare i crimini da tre differenti prospettive: quella del criminale, quella della vittima e quella della polizia».

Perché Brighton è una città perfetta per ambientarci storie poliziesche?

«La città dove sono nato e cresciuto è l'unico luogo nel Regno Unito dove sia stato ammazzato un funzionario capo di polizia fin dal lontano 1844. Nel 1930, dopo il ritrovamento di tre corpi di donne smembrate negli armadietti per i bagagli della nostra stazione, Brighton venne soprannominata “la Regina dei luoghi dove squartare”. Poi ha ottenuto il titolo di “Capitale Europea del Delitto”, “Capitale del Crimine d'Inghilterra”, persino quello terribile di “Capitale delle overdose del Regno Unito”. I tabloid si sono sbizzarriti e Brighton ha faticato a togliersi di dosso questa brutta nomea».

Tuttavia è sempre presente nei suoi libri.

«La città ha una popolazione benestante composta da una giovane classe media combinata con la più grande comunità gay del Regno Unito. Ci sono due Università e un gran numero di locali notturni che forniscono un grande mercato alle droghe. C'è gente che va e che viene, il che rende difficile per la polizia tenere sotto controllo i cattivi e rende facile ai signori della droga sostituire i loro tirapiedi spacciatori quando questi vengono arrestati. Se fossi un criminale e dovessi progettare l'ambiente perfetto per i miei traffici non potrei che pensare a Brighton.

Ma posso assicurarvi che è anche un luogo favoloso per viverci».

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