Senza stalking la letteratura non potrebbe esistere

Le più grandi storie d’amore nascono da uomini (e donne) ossessionati dal proprio oggetto d’amore

Senza stalking la letteratura non potrebbe esistere

«Eh, ma allora il Werther?» ho risposto a un’amica che mi stava suggerendo di smetterla di corteggiare così insistentemente Selvaggia Lucarelli su Twitter, altrimenti avrebbe potuto denunciarmi per stalking. Io l’ho guardata perplesso ma poi ho pensato che è possibile, da quando hanno inventato lo stalking tutto è stalking fino a prova contraria, sicché bisogna mettere dei limiti anche alla disperazione amorosa. Di conseguenza o l’amore è contraccambiato o è stalking, bella storia. E comunque, ho obiettato, se mi denuncia è sempre meglio di niente.

Allora, a parte Werther, e a parte il suo omologo italiano Jacopo Ortis, non sarà una razza di stalker lagnosissimo anche Leopardi, dico io? Non tanto con Silvia, che si chiamava Teresa Fattorini e era già morta, per sua fortuna, altrimenti ci avrebbe fatto una figura di merda anche lei. Ma piuttosto con quella stronza di Fanny Ronchivecchi che l’ha ignorato, e Giacomo, poverino, le aveva anche dedicato Aspasia, bisogna essere veramente ingrati e veramente ignoranti per non rendersi conto della gravità del gesto. Oggi a pensarci sembra un’ingiustizia terribile, e Fanny una cretina terribile, insomma: ma chi avevi di meglio da frequentare di Leopardi? Giacomo Leopardi ti dedica una poesia e tu vai a darla al professor Antonio Targioni Tozzetti?

Oggi si chiama stalking perché non bisogna essere ossessivi tranne quando ricambiati, e grazie tante. Invece senza stalking non ci sarebbe letteratura, non ci sarebbe Il trionfo della morte di D’Annunzio, non ci sarebbe La lupa di Verga, dove una donna è talmente stalker da far sposare la propria figlia all’amato pur di stargli appiccicata e continuare a stalkerizzarlo, né ci sarebbe Cesare Pavese, che prima di suicidarsi scrisse Verrà la morte e avrà i tuoi occhi, ditemi voi se non è stalking, e anche macabro. E a pensarci, adesso, anche il capitano Achab, a ben vedere, non è lo stalker di Moby Dick?

Non ci sarebbe Laclos, non ci sarebbe Cyrano De Bergerac, tantomeno avrebbe potuto esserci Proust, più stalker di Proust non c’è nessuno: non è forse uno stalker di quelli da denunciare immediatamente il Narratore della Recherche, con Albertine che non si può neppure muovere senza sentirsi affogata in una cascata di domande? Addirittura viene imprigionata nella sua camera da letto, Marcel la fissa mentre dorme e manca poco che le faccia timbrare il cartellino quando si alza di notte per andare al bagno, infatti c’è perfino un volume intitolato La prigioniera, praticamente un reo confesso. Erano altri tempi, perché cosa succederebbe a me se sequestrassi la Lucarelli e la chiudessi in camera? Mi arresterebbero per stalking e pure per sequestro di persona, come minimo.

Anche il conte di Montecristo, siccome lui viene incarcerato, ok, ma Mercedes si risposa e lui quando esce fa una strage. Aveva ragione Edmond Dantès, per carità, ma oggi vaglielo a spiegare a un magistrato. E Don Rodrigo? Non è uno stalker? Vi immaginate se uno oggi osasse quello che ha fatto Don Rodrigo a Lucia? Già processano Berlusconi perché regalava troppi soldi alle donne quando casomai, proprio volendo, a sentire le intercettazioni dovrebbero processare le olgettine per stalking. Ma si sa che con Berlusconi va sempre tutto al contrario. Comunque ecco, servirebbe anche una controstoria dei Promessi sposi, quantomeno una difesa d’ufficio di Don Rodrigo, in quanto è una figura positiva, da rivalutare, perché senza lo stalking di Don Rodrigo I promessi sposi si sarebbero sposati subito e il romanzo sarebbe stato di noia mortale fin dall’inizio, mentre adesso lo diventa solo alla fine, quando finisce.

Senza stalking le più belle storie d’amore non ci sarebbero, perché le storie d’amore più strappalacrime sono quelle disperate, quelle che finiscono o iniziano da una parte sola. Gli amori impossibili interessano, gli amori possibili fanno sbadigliare. Senza stalking non ci sarebbero le canzoni d’amore, Gino Paoli, Cocciante e Baglioni sarebbero processati o disoccupati, mentre Vasco Rossi quando in Sto pensando a te canta: «Cosa faresti al posto mio/ se ogni pensiero fossi io?» è il sillogismo, il principio, l'inno, l’alibi inattaccabile di tutti gli stalker del mondo.

E tra l’altro senza stalking non ci sarebbe neppure il cinema d’amore, non ci sarebbe La bella e la bestia, non ci sarebbe la storia di Adele Hugo, con Isabelle Adjani che insegue il soldatino vittima del suo amore fino alle Galapagos, e non ci sarebbe neppure King Kong, nel quale mi identifico completamente, il quale muore crivellato dai colpi delle mitragliatrici stringendo in mano Selvaggia Lucarelli, il primo eroe moderno abbattuto

per stalking e senza neppure uno straccio di WWF che abbia mai protestato. E infine, a proposito, la Lucarelli mi ha bloccato su Twitter. Ma io ho aperto un altro account, e tanto col cavolo che mi arrampico sull’Empire.

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