Il sogno eco-fanatico: debellare l'uomo per salvare il pianeta

La saldatura di ambientalisti, marxisti e terzomondisti nasconde un'ideologia contro la vita e l'ennesimo tentativo di abbattere il capitalismo occidentale

Il sogno eco-fanatico: debellare l'uomo per salvare il pianeta

Marxismo e terzomondismo hanno fallito nella contestazione radicale del capitalismo e dell'Occidente. L'impresa riuscirà forse all'ambientalismo catastrofista, al dispotismo alla clorofilla denunciato dal filosofo francese Pascal Bruckner ne Il fanatismo dell'Apocalisse (Guanda, pagg. 230, euro 22)? Non tutto l'ambientalismo è nel mirino del saggio, Bruckner, già autore di saggi molto discussi come La tirannia della penitenza e Il singhiozzo dell'uomo bianco, ne riconosce anche uno sano che ha avuto il merito di rimettere in discussione «le finalità del progresso e di aver posto la questione dei limiti». Un'altra cosa dal millenarismo che intravede la sciagura dietro ogni fenomeno naturale fuori dall'ordinario o si appella a dati discutibili per profetizzare l'imminente fine della razza umana (senza contare le frange di folli che la auspicano in nome di Gaia). Il marxismo identificava nel capitalismo la fonte di ogni miseria. Il terzomondismo, visto che le classi lavoratrici alla rivoluzione preferivano le vacanze alle Maldive con la terza moglie, se la prese con l'Occidente, «grande criminale della storia, inventore della schiavitù, del colonialismo e dell'imperialismo». Con l'ambientalismo castrofista si sale di livello: «il colpevole è l'uomo stesso con la sua volontà di dominare la Terra, di “imporsi” su di essa». A ben vedere, è possibile saldare tutte le recriminazioni in una sola proposizione, che è poi il credo (semi)ufficiale perfino di istituzioni sovranazionali come l'Onu: l'ecologia «rifiuta il capitalismo inventato da un Occidente predatore di popoli e distruttore della Terra». Il pianeta è il nuovo proletario da difendere a tutti i costi. «Ci sono due soluzioni: o muore il capitalismo o scompare la Terra Madre», ha detto il presidente boliviano Evo Morales nel 2009. Politica a parte, è agghiacciante la carrellata di esempi tratti dalla letteratura accademica in cui si professano idee contro la vita umana per salvare le carote e i conigli. La Terra è piccola, noi siamo troppi. Ecco trovata la soluzione per evitare la fine inevitabile se continuiamo in questo modo: la decrescita economica e demografica. Pazienza se decrescere significa, per alcuni Paesi, non quelli occidentali, presto o tardi, la fame, anzi la morte di fame. La salvaguardia dell'ambiente «induce a denigrare tutto ciò che deriva dallo spirito imprenditoriale, dal gusto per la scoperta, soprattutto in ambito scientifico». C'è una diffusa paura nel futuro e nella tecnica che induce a pronunciare una serie infinita di no: ai progetti, alla costruzione di infrastrutture, alle fabbriche e agli impianti «sospetti».

Il diluvio universale di brutte notizie ci colpevolizza e ci spaventa. In altre parole, ci riduce a bambini «da spaventare per sottometterli meglio». Siamo nel campo della fantascienza, ma cosa accadrebbe se qualche «governo di liberazione ecologica», in nome del pianeta, decidesse di «salvare» le popolazioni anche contro il loro volere e imponesse certe rinunce (a esempio alla riproduzione) in nome del bene collettivo? A proposito, siamo sicuri di essere davvero nel campo della fantascienza? Ecco perché, secondo Bruckner, è necessaria la nascita di una coscienza ambientalista di marca diversa, attenta all'umanità intesa come premessa e finalità di ogni azione. Come suggerisce l'epilogo del libro, che riprende Jean Starobinski, il rimedio è nel male, «in questa civiltà industriale tanto biasimata, in questa scienza che spaventa, in questa crisi che non finisce mai, in questa globalizzazione che ci sovrasta». È la fiducia in un progresso dal volto umano, capace di un salto tecnologico che rinnovi architettura, edilizia, industria, agricoltura.

Che ridefinisca il concetto di risorse, che non sono limitate, ma proporzionali alla nostra abilità di reperirle e di scoprirne di nuove. C'è bisogno di pionieri, di esploratori, di inventori. Non c'è bisogno di profeti di sventura, di guastafeste travestiti da indovini, di nemici della vita camuffati da amici della Terra.

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