Il sogno (im)possibile di diventare "Parente di Vasco"

Uno scrittore fuori dagli schemi va fuori di testa per il suo idolo

Il sogno (im)possibile di diventare "Parente di Vasco"

Per gentile concessione, pubblichiamo il capitolo d'apertura di Parente di Vasco (La nave di Teseo, pagg. 112, euro 16; in libreria da domani), il nuovo romanzo di Massimiliano Parente. Una divertente avventura con al centro Vasco Rossi e le sue canzoni. Un uomo disperato cerca il riscatto attraverso l'unica rockstar italiana. Con risultati tragicomici. In questo libro, solo all'apparenza scanzonato, Parente racconta i dolori di chi sente avvicinarsi la fine. Ed ecco quindi la morte del padre, l'amore infinito per la figlia, l'amore contrastato per la madre della bambina, il disgusto per una ragazza di nome Albachiara.

«Non posso fare a meno di Parente, delle sue opere, del suo pensiero», dice Vasco in un'intervista che ha rilasciato al TG1, a Vincenzo Mollica. Com'è carino, ogni volta mi emoziono.
Non ho mai capito perché si facciano intervistare tutti da Vincenzo Mollica, e Vincenzo Mollica intervista tutti nello stesso modo, come se intervistasse sempre il migliore di tutti. Intervista Vasco e sembra un fan di Vasco, intervista Celentano e sembra un fan di Celentano, intervista Baglioni e sembra un fan di Baglioni. Mentre se sei un fan di Vasco non puoi esserlo di Baglioni né di Celentano. Io se fossi Vasco avrei detto a Mollica di andarsene affanculo e andare a intervistare Baglioni e Celentano.
Comunque ormai Vasco mi nomina sempre. Appena può parla di me e dei miei libri e del nostro rapporto speciale, di questa singolare amicizia tra una rockstar e uno scrittore controverso e difficile come me, così come ne parlano i giornali, la TV, i fan, tutti. Alcuni hanno perfino spettegolato su un rapporto omosessuale fra me e lui, ma Vasco dice di lasciarli parlare, la gente spettegola su tutto. Vasco se ne frega. E io pure.
Grazie a Vasco sono diventato popolare. Prima della mia amicizia con Vasco le mie opere erano oggetto di studi universitari, recensite da tutti i giornali, elogiate e contestate, ma non certamente dei bestseller, anche se da anni pubblico solo con grandi editori. Ma da quando Vasco ha cominciato a parlarne vendono tantissimo, anche romanzi difficili di mille e settecento pagine che ho impiegato quattordici anni a scrivere come la Trilogia dell'inumano, perché hanno cominciato a leggerli i fan di Vasco, che sono milioni.
Stiamo tornando da San Siro, Vasco vuole che vada in macchina con lui, dietro. È un van nero, un Mercedes Vito dai vetri oscurati, c'è pure il televisore e il frigobar. Siamo usciti dallo stadio dal retro ma quando abbiamo varcato il cancello siamo stati comunque assediati da molti fan che battevano sul vetro e si sbracciavano per Vasco.
È una sensazione stranissima essere in macchina con una rockstar come Vasco, ti senti come se appartenessi a un altro mondo. Fuori ci sono gli altri, tu è come se fossi un gradino sopra gli esseri umani normali. Ti senti speciale, un eletto. Come l'eletto di Matrix. È molto di più che essere in macchina con Bill Gates o con il presidente degli Stati Uniti.
Vasco saluta i fan abbassando il finestrino, gli sorride, scambia qualche battuta, e partiamo. Mi dice che adesso andiamo a mangiarci qualcosa in un posto tranquillo e segreto, completamente prenotato apposta per noi, e lì ci raggiungeranno Tania Sachs e la moglie di Vasco, Laura Schmidt.
Come al solito per tutta la durata del concerto sono stato sul palco, a Vasco piace tenermi lì, ormai è una consuetudine, ho perfino una poltrona speciale, una poltrona rossa solo per me, e a me piace stare lì, sul palco, mentre Vasco si esibisce, e io seduto sulla mia poltrona speciale.
***
C'è sempre una frase di Vasco per ogni situazione. Molto più una frase di Vasco che una frase, che so, di Leopardi. Vasco è più universale. Cioè, forse è più universale Leopardi, ma non avrebbe mai duecentocinquantamila persone sotto di lui a strapparsi i capelli sapendo tutte le parole dei suoi testi a memoria. Anche perché Leopardi te lo fanno studiare a scuola, e tutto ciò che ti fanno studiare a scuola lo odi, e se oggi fosse vivo Leopardi, penso adesso, non potrebbe neppure scrivere uno status su Facebook senza essere deriso. Tipo, Leopardi scriverebbe «Silvia, rimembri ancor...» e subito decine di follower ignoranti gli scriverebbero «Ma vai a scopare, sfigato», «Gobbo di merda» eccetera, senza alcun rispetto per Leopardi, come non avevano rispetto di me prima che diventassi lo scrittore preferito di Vasco, lo scrittore che Vasco si porta perfino sul palco perché senza di me non riesce più a fare niente.
Io e Vasco siamo finalmente a cena su una terrazza sul mare, Laura Schmidt e Tania Sachs devono ancora arrivare, siamo solo io e lui e abbiamo ordinato due whisky e fumiamo delle Lucky Strike, come il protagonista di Gli angeli, la canzone che a un certo punto dice Vivi in bilico e fumi le tue Lucky Strike, e ti rendi conto di quanto le maledirai. Fa venire i brividi, quella canzone, perché pensi che il protagonista della canzone muore di cancro, è questa la storia della canzone.
Stiamo ancora discutendo sulla trasmissione che Vasco ha accettato di fare con don Ciotti, io sono contrario, per me non bisogna mai mettersi al livello di un prete, o di un credente in generale, ma Tania Sachs era favorevole, e ha vinto lei, perché Tania Sachs, nonostante io sia diventato così importante per Vasco, conta più di me. Sebbene Vasco abbia detto di aver «sposato la teoria dell'evoluzione di Darwin», cosa giustissima, ma anche qui non ero d'accordo. Cioè l'evoluzione è un fatto, ho detto a Vasco, non puoi dire che l'hai sposata, ho contestato a Vasco, sarebbe come dire che hai sposato la teoria della relatività generale o che credi nella Terra sferica e non in quella piatta. Vasco mi ha dato ragione, ma Tania Sachs ha detto che sono sottigliezze, e mi ha detto senza mezzi termini di non rompere le palle. Tania non ha ancora accettato la mia presenza a fianco di Vasco, mi vede ancora come un intruso. Ma Vasco dice che prima o poi si abituerà, perché senza di me lui non fa più niente, non compone, non canta, niente.
A un certo punto, quando Tania Sachs e Laura Schmidt si sono allontanate per andare alla toilette, Vasco dice che deve confidarmi un segreto, una cosa importante, personale, che solo a me può confidare, perché sono il suo migliore amico. Di solito Vasco confida i suoi segreti nelle canzoni, lo dice sempre, nelle interviste, che lui nelle canzoni dice cose che non rivelerebbe al suo migliore amico, ma questo era prima di conoscere me, adesso ci sono io, e mi confida i suoi segreti.


«Dimmi, Vasco», faccio io e lui... e lui... e lui... ma cosa succede? È come se l'immagine andasse fuori fuoco, come se diventasse trasparente, come se tutto fosse inghiottito nel buio.
Cazzo, non ci posso credere, era solo un sogno.

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