Una fiction che non ama la dietrologia. Qualunque cosa succeda, in onda lunedì e martedì prossimi su Rai1, si attiene alle carte e non slitta nella solita, illeggibile dietrologia all'italiana. Anche se il copione racconta un concentrato di misteri italiani: il tracollo di Michele Sindona e del sistema di potere che l'aveva aiutato. Il Vaticano, la massoneria, la politica. Un groviglio quasi inestricabile. Nel finale si dice che Sindona si suicidò. Sul punto Negrin è netto come la lama di un coltello e lo ribadisce anche a Milano, alla presentazione dell'opera: "Sindona non fu ucciso, come pure molti amano ripetere. Chiese un caffè e andò con la tazzina in bagno. E' evidente, e c'è pure una sentenza a dirlo, che fu lui a versare il veleno nel liquido. Le altre ipotesi non stanno in piedi.
Certo, è probabile che lui non volesse morire ma solo forzare la mano con una messinscena per ottenere il trasferimento negli Usa. Evidentemente la manovra gli sfuggì di mano". E Sindona morì. Chiudendo con un giallo in piena regola una vita colma di segreti.Il suicidio di Sindona nella fiction su Ambrosoli
Nessun cedimento alla dietrologia italiana nella miniserie tv di Alberto Negrin, in onda lunedì e martedì su Rai1
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