
nostro inviato a Udine
"La vera vergogna è stata la partita, non gli scontri". Il giorno dopo l'agguato dei proPal alle forze dell'ordine - con un bilancio che poteva essere peggiore - Udine si risveglia malconcia e offesa. Undici i feriti, 10 agenti e un carabiniere medicato in strada con lievi escoriazioni, rivela il questore di Udine Antonio Pasquale de Lorenzo. Sei sono stati portati al pronto soccorso, quattro si sono rivolti da soli all'ospedale di Latisana. Oltre 1.100 gli agenti arrivati da 12 questure che in modo esemplare, con gli idranti e coi lacrimogeni, hanno contenuto gli scontri. Sono stati almeno 300 i manifestanti, provenienti per la maggior parte dal Nordest, che hanno tentato di sfondare il cordone delle forze dell'ordine. Delle 15 persone fermate (nove uomini e sei donne) due sono state arrestate per danneggiamenti e resistenza a pubblico ufficiale. "È stato un successo evitare il corpo a corpo coi manifestanti", aggiunge il questore.
Dalla Cgil a Avs e Pd, la sinistra che ha portato in piazza con i suoi vessilli persino un ex sindaco di 92 anni, sfilando con chi inneggiava all'Intifada e alla liberazione di terroristi come il macellaio di Ramallah Marwan Barghuthi, oggi prova a prendere le distanze dai disordini di piazza Primo Maggio.
Di "incidenti prevedibili e previsti" parla la deputazione Fdi del Consiglio regionale friulano. Non una parola per gli agenti feriti dal Comitato per la Palestina Udine che ha organizzato la kermesse contro la partita Italia-Israele. Anzi, "la polizia ha risposto con una violenta e spropositata reazione", dice la nota del comitato. "I pochi violenti non gettino discredito sulla sfilata pacifica", si affretta a chiarire il segretario generale Cgil Udine Emiliano Giareghi che parla di "danni limitati". Certo non per il servizio d'ordine del sindacato rosso che ha chiuso il corteo. Insomma, i facinorosi non sono cosa loro, anzi. "Rozze e strumentali le accuse a una generica militanza a sinistra dei violenti, è uno schema già visto", blatera l'ex governatrice del Friuli Venezia-Giulia Debora Serracchiani, più preoccupata dei giornalisti feriti che degli agenti. "Alcuni facevano saluti fascisti", spara la consigliera regionale Avs Serena Pellegrino. "Basta con l'ipocrisia delle frange estremiste, i tanti dirigenti di partiti e sindacati spontaneamente presenti sanno identificare i malintenzionati", sottolinea il vicepresidente della Camera Fabio Rampelli (Fdi).
È paradossale che nel giorno del sacrificio dei tre carabinieri nel Veronese la sinistra non trovi mai le parole giuste per difendere chi si è preso le botte per difendere il diritto a manifestare il proprio dissenso su ciò che succede a Gaza. "Nei proPal in piazza a Udine ho visto una sorta di bullismo sociale, un'intimidazione quasi mafiosa. La sinistra pensa ancora una volta di poter gestire politicamente la piazza ma ne uscirà travolta", sottolinea il massmediologo Klaus Davi. "Lo sport è sempre stato strumento di pace e di dialogo. Non può mai essere considerato strumento di violenza", ricorda il ministro degli Esteri Antonio Tajani, mentre il sindaco di Udine Alberto Felice De Toni, che martedì sera ha preferito partecipare alla veglia di preghiera organizzata dall'arcidiocesi, auspica nella sua città "un quadrangolare di pace tra Palestina, Israele, Ucraina e Russia".
Stanno un po' meglio anche i due cronisti aggrediti dai proPal.
"Ho solo un ematoma grosso alla gamba", fa sapere la giornalista di Rainews24 Elisa Dossi, colpita da una sassata mentre riprendeva gli scontri. È andata un po' peggio al video reporter di Local Team Davide Albini Bevilacqua, che ha rimediato un importante trauma cranico e uno zigomo gonfio.