La Terra? È cava E dentro c’è di tutto

Regni perduti, città fantastiche, mostri, alieni, colonie di rifugiati nazisti. Ecco le ipotesi che... calpestiamo

La Terra? È cava E dentro c’è di tutto

Ma cosa c’è sotto i nostri piedi? Mondi sommersi, imperi perduti, miti ancestrali, regni misteriosi e creature fantastiche. Sogni, incubi, utopie, leggende.
All’interno della Terra l’uomo ha messo e ha visto di tutto, da sempre. Platone ha collocato il mito filosofico più fecondo del pensiero occidentale dentro una caverna. Ed Esiodo scrive nella Teogonia: «Se un’incudine di bronzo cadesse dalla Terra, impiegherebbe nove notti e nove giorni per arrivare al Tartaro». Così tanto è profonda la psiche umana...
Tutte le cosmogonie e le religioni hanno conficcato il regno dei morti sottoterra: l’Ade dei greci, lo Svartálfaheimr della mitologia norrena, lo She’ol ebraico, l’Inferno cristiano. Alla Terra si ritorna, con l’ultimo viaggio. E dalla Terra si emerge, con il primo. I miti di emersione che raccontano di come l’uomo sia nato dal grembo della Grande Madre, Gaia, la Terra, sono comuni a tutti i popoli. Gli Indiani del Sud-ovest americano, in particolare i Navajo o gli Hopi, credono che i più antichi esseri umani germogliarono sottoterra, aprendosi faticosamente la strada, con l’aiuto di eroi e dèi, verso la luce. Gli stessi Eschimesi affermano che i loro avi provengono dall’interno della Terra. Le antiche civiltà del Sud America ci parlano dell’Eldorado, nascosto dentro la Terra. Una leggenda tibetana narra della città di Shamballah, nascosta sotto l’Himalaya. Mentre per tutta l’Asia corre una sterminata rete di gallerie sotterranee: il regno di Agharti.
Sottoterra si nascondono mostri e creature fantastiche: serpenti, giganti, trolls e dinosauri sopravvissuti. Per gli psicanalisti, da Freud in avanti, la parte del mondo sotterraneo chiamata chthon simboleggia le profondità del subconscio: discendere in questa regione significa lasciarsi dietro la superficie illuminata della Razionalità. Il folklore, la mitologia e la letteratura sono attraversati da migliaia di viaggi nel sottosuolo. Tutti conoscono Alice nel Paese delle Meraviglie. Ma pochi ricordano che Lewis Carroll intitolò il manoscritto originario Alice’s Adventures Underground. Un sogno sognato nelle viscere della Terra.
Ci sono più cose sottoterra di quante ne immagini la filosofia. E se non tutte, moltissime le ha raccolte Walter Kafton-Minkel, pseudonimo sotto il quale si nasconde un misterioso studioso americano di antropologia culturale e letteratura fantastica, in un saggio del 1989 (ma che si rivela ancora il più approfondito e vasto in materia) che ora viene tradotto in Italia a cura Gianfranco de Turris: Mondi sotterranei. Il mito della Terra cava (Edizioni Mediterranee). Il sottotitolo spiega bene cosa si trova nelle 400 pagine del libro: «Draghi, gnomi, giganti, terre dei morti, razze perdute, regni segreti, alieni, nazisti e Ufo».
Oggi la scienza ci dice che all’interno della Terra, sotto la crosta e il mantello, si trova un nucleo suddiviso in due gusci concentrici, il primo liquido, con una temperatura di 3000ºC, e uno solido composto di ferro, con un raggio di circa 1250 km e una temperatura di 5400ºC. Ma a lungo, per secoli, accanto alle ipotesi geofisiche e geologiche si è sprigionata anche un’incredibile teoria della Terra cava (che, occorre dire, trova ancora seguito presso alcuni complottisti) secondo la quale il nostro pianeta sarebbe vuoto all’interno e nasconderebbe mondi abitabili. I due Poli, il Tibet, il Monte Shasta in California e alcuni vulcani sarebbero i punti di ingresso a questi regni sotterranei, dove si trovano la Città dell’Arcobaleno, Atlantide, la Tribù perduta di Israele e le basi di alcune razze aliene.
Il primo a dare dignità pseudoscientifica alla teoria della Terra cava fu Edmond Halley (1656-1742), lo scopritore della famosa cometa. Secondo i suoi studi sull’elettromagnetismo terrestre, all’interno del pianeta si trova un altro globo incandescente, una sorta di sole capace di illuminare il mondo sotterraneo. Poi arrivò John Cleves Symmes, che negli anni Venti dell’800 si dedicò anima e corpo a organizzare una spedizione al Polo Nord e cercare l’entrata che conduce alla cavità della Terra (presentando diverse petizioni anche al Congresso degli Stati Uniti per ottenere finanziamenti all’impresa, da cui sarebbero derivate immense ricchezze per il Paese). Non ci riuscì, ovviamente. E così scrisse un romanzo, Symzonia, in cui descrive l’ipotetico viaggio del capitano Adam Seaborn al centro della Terra.
Rifugio occulto dei Maestri Segreti rosacrociani o lemuriani, vulcanica ispiratrice di avventure fantascientifiche e pulp - Amazing Stories... - e campo di battaglia sotterraneo della terribile guerra che l’umanità combattè migliaia di anni fa contro il Popolo dei Serpenti, la Terra Cava continua a ruotare lungo l’ellissi delle credenze ancestrali, fino a oggi. I nazisti credevano ciecamente al Mondo Interno, patria della razza Ariana: lì, scendendovi dall’Antartide, si rifugiò il Fürher in fuga con il suo Ultimo Battaglione, passando dall’Argentina con una flotta di U-boat pieni di carburante e metalli preziosi.

E nelle segrete gallerie dell’ultramondo schiere di fanatici ufologi continuano a vedere le basi segrete di supertecnologiche razze aliene, che i governi occidentali si ostinano a tenere segrete. Perché, come il professor Lidenbrock ammonisce il giovane nipote Axel nel Voyage au centre de la Terre di Jules Verne, «Né tu né nessun altro sa esattamente quello che succede all’interno del globo».

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