Cultura e Spettacoli

La terra in preda al virus. E nacque la "leggenda"

Il romanzo di Richard Matheson (1954) segnò una svolta e aprì il filone della fantascienza post-apocalittica

La terra in preda al virus. E nacque la "leggenda"

«Prima di Matheson, l'orrore era affare di fantasmi, stridio di catene, vecchi manieri nella brughiera. A partire da lui, l'orrore è nella tua strada, nel supermercato, nei vicini di casa». In queste poche righe lo scrittore Giancarlo De Cataldo, strizzando l'occhio a Stephen King (che ha sempre dichiarato il ruolo rivoluzionario della narrativa di Richard Matheson), chiarisce quanto lo scrittore americano abbia aperto nuovi orizzonti con la sua narrativa. E sicuramente uno dei romanzi più scioccanti e innovativi da lui siglati è Io sono leggenda del 1954 che torna in libreria in una nuova traduzione di Giovanna Scocchera e una postfazione dello stesso De Cataldo (Mondadori, pagg. 204, euro 13).

Robert Neville, il protagonista del romanzo, è l'unico uomo a non essere stato contagiato da un virus che ha trasformato la civiltà in vampiri assetati di sangue e che l'ha mutata per sempre. Neville tutti i giorni programma la sua lotta per la sopravvivenza: recupera cibo, carburante, coltiva aglio in una serra e prepara paletti da infilare nel petto dei contaminati per eliminarli. Ogni notte legge e ascolta musica, cerca di insonorizzare la sua casa per non udire le urla dei vampiri e pensa alle donne. Tutti i giorni prova «stupore, spavento, orrore, paura» e, solo poco per volta, si accorgerà che sono gli stessi sentimenti che le creature assetate di sangue provano nei suoi confronti. È diventato «un anatema e un nero terrore da distruggere» perché mette in pericolo la loro esistenza così come loro fanno con lui.

Per costruire il suo romanzo Richard Matheson (1926-2013) non improvvisò ma si documentò sia dal punto di vista biologico che dal punto di vista psicologico, e lui stesso mi confessò durante una lunga intervista che Io sono leggenda era il suo unico vero romanzo di fantascienza: «Ho parlato con una dottoressa ed ho letto molte ricerche e tutti gli elementi biologici che presento nel libro per fornire una spiegazione all'esistenza dei vampiri sono assolutamente logici. Insomma, li analizzo in dettaglio: il loro aspetto, come distruggerli, perché debbano restare all'interno di una casa Non credo di aver scritto un'altra storia del genere». La suggestione di partenza gli era venuta molti anni prima di metterla su carta: «Da ragazzino andai a vedere Dracula con Bela Lugosi e, a dispetto della mia giovane età, mi venne l'ispirazione. Passarono diversi anni prima che io mi mettessi a scrivere ma l'idea di base era questa: se un vampiro fa così paura, cosa succederebbe se tutta l'umanità fosse fatta di vampiri, ad eccezione di un uomo?».

Ed è stato poi naturale che l'opera di Matheson sia stata trasposta al cinema mantenendo vive le sue intuizioni con le variazioni del caso che rendono interessanti tutti e tre i film che ne sono stati tratti: L'ultimo uomo della Terra (1964) di Umberto Ragona, 1975: Occhi bianchi sul Pianeta Terra (1971) di Boris Sagal e Io sono leggenda (2007) di Francis Lawrence. Nel ruolo di Robert Neville troviamo Vincent Price, Charlton Heston e Will Smith e ognuno di loro mostra vigore nell'affrontare le situazioni di emergenza e si fa prendere dalla disperazione quando diventa consapevole di essere l'ultimo sopravvissuto della propria civiltà, l'ultimo sano che invece che sentirsi migliore dei contagiati si sente diverso e quasi peggiore di loro. Nelle intenzioni di Matheson c'era che gli eventi dovessero essere plausibili ai lettori ma non ambientati nella contemporaneità: «Originariamente la storia si sarebbe dovuta svolgere in quello che al tempo era un futuro non troppo vicino, ovvero nel 1976. È ovvio che oggi questo suoni strano ma certo non avrei potuto continuare ad aggiornarla a ogni ristampa... Per me era futuro!».

A molti lettori di oggi la storia di Io sono leggenda potrebbe sembrare ambientata nel presente.

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