Torino? Un «Inferno» Ogni editore ha il suo

da Torino

Il titolo più richiesto al Salone? Inferno. Ogni casa editrice ha il suo: stesso titolo, autori diversi. Allo stand Mondadori vi danno Dan Brown, da Fabbri Francesco Gungui, Rizzoli vi allunga Tommaso Cerno. Un vero inferno.
CATTIVA MAESTRA TV «La tv che verrà», dibattito tra Carlo Freccero e Aldo Grasso, si concentra su palinsesti e politica. Freccero: «Anni fa feci un saggio sulla tv per Il Manifesto. Era un saggio marxiano, eppure la Rossanda mi attaccò perché diceva che sostenevo la tv commerciale. Ma prima di combattere una cosa devi capirla. Se pensi che la tv sia una serie di programmi noiosissimi sbagli: Bersani non ha voluto fare campagna elettorale perché, ha detto, “La televisione fa schifo”. E infatti si è visto». Grasso: «La tv che detesto è quella intelligente (applausi). Quando ai miei esami arriva uno studente titubante gli chiedo “Ma lei vede un po' di tv?”, se quello risponde “Vedo Piero Angela e Minoli”, lo caccio via subito. La sinistra non l'ha mai capita la televisione: Santoro fa una tv di pancia che ha gli stessi meccanismi di pubblico di Barbara d'Urso, solo che lui se ne vergogna». Freccero: «Su questa cosa di Santoro, mi dissocio». Paolo Ruffini presenta il suo esordio letterario (Tea): «Sono orgoglioso di fare televisione perché i 14enni mi fermano e mi chiedono l'autografo. Quando avevo 14 anni io, tutti quelli che facevano televisione mi stavano sul cazzo. E scusate se ho detto televisione».
FINZIONI «Penso che non per forza quello che scriviamo deve essere autobiografico, anche se lo sembra», ha spiegato Petér Esterhazy al conferimento del Premio Mondello. «Dopo 40 anni di onorato servizio come scrittore devo però rendermi conto che ai lettori non frega niente di ciò che penso. A volte per lo scollamento tra realtà e romanzo si offendono proprio. Ho tre fratelli minori: inutili dal punto di vista drammaturgico. Quindi in Harmonia Caelestis due li ho messi insieme per farne una sorella.

I miei fratelli lo hanno accettato. Ma in Germania, a una presentazione, un lettore si è alzato: “Caro signore, so perfettamente che lei non ha sorelle”. Purtroppo gli ho dato la risposta sbagliata: “Sì, è vero, e allora?”. Non era contento».

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